A quasi 3 anni esatti dalla nomina di direttore sportivo del Pisa SC Roberto Gemmi vede la sua esperienza neroazzurra ormai ai titoli di coda. Si potrebbe dire che il sipario sia già calato, manca solo l’ufficializzazione per l’addio tra il dirigente e lo Sporting Club.
Sono stati 3 anni molto positivi, intensi, anche difficili ma sicuramente belli. Nel corso di questi mesi in molti abbiamo evidenziato i traguardi raggiunti da allenatore e calciatori che hanno superato le 100 presenze (o panchine) ma anche la longevità di Gemmi dietro la scrivania, in maniera così consecutiva, è cosa rara.
Dietro alla fine di questo rapporto nessun mistero, semplicemente la (probabilmente) reciproca necessità di cambiamento: la società di rinnovarsi in quel ruolo (complice anche una nuova proprietà) e del direttore sportivo di cercare nuovi stimoli dopo 3 anni di totale immersione. Non che non ne avesse più ma una nuova sfida in un ambiente diverso sicuramente permette di ricaricare le energie.
Gemmi quando è arrivato lo conoscevano in pochi: una carriera come collaboratore di Sean Sogliano e poi la prima vera esperienza dietro la scrivania, con buoni risultati, ad Arezzo. Venne via per incomprensioni con la società perchè il suo carattere schietto e diretto non accetta compromessi sotto certi punti di vista. E’ arrivato a Pisa giovane e va via sicuramente più conosciuto in questo panorama tanto da attirare attenzioni di club importanti. “Niente alibi” è stato il suo mantra, mai aggrapparsi a scuse, episodi o errori arbitrali. Una grande conoscenza del mondo del calcio a tutti i suoi livelli e la fame di arrivare alcune delle sue grandi qualità. La capacità – complice una struttura societaria che lo ha messo in condizione di lavorare al meglio – di riuscire a creare uno spirito di lavoro di grande coesione con tutti: dal rapporto forte con Giovanni Corrado a quello con allenatore e squadra. Di poche parole, restio a grandi dichiarazioni, forse percependo poco quanto importanti potessero essere in determinati momenti. Scaramantico (molto) e “geloso” della propria squadra, strigliata quando necessario ma sempre incitata a gran voce dalla panchina o dalla tribuna.
Per lui, probabilmente, una nuova ed intrigante sfida a Brescia con un presidente vulcanico come Massimo Cellino. Per il Pisa il non facile compito di sostituirlo ma la società ha sempre dimostrato di lavorare con oculatezza senza strapparsi mai i capelli di fronte ad eventuali addii, in qualsiasi settore.