Esattamente un anno fa il Pisa a giocare dopo oltre tre mesi di stop. Una vera liberazione dopo il lockdown e l’incubo Coronavirus, che purtroppo non è ancora totalmente finito e che nei mesi scorsi ha toccato anche la squadra nerazzurra, nonostante le mille difficoltà del caso. All’Arechi di Salerno, stadio che rievoca cattivi pensieri, il Pisa giocherà a porte chiuse. Una costante in questo anno. L’ingresso infatti, negli ultimi 15 mesi, è stato autorizzato solo ad addetti ai lavori e a un numero ristretto di giornalisti. Facendo partire così il valzer delle autocertificazioni.
Voglia di stadio. In un anno di serie A e B le rare aperture sono state a beneficio di un numero esiguo di spettatori, quasi sempre selezionati dalle società. A Pisa due sole aperture, in occasione dei pareggi per 1-1 con Cremonese e Monza ad ottobre. Infatti da metà autunno anche la Toscana era diventata zona rossa e fino al termine del campionato, al di là dei cambi di colore, nessuno è più entrato in uno stadio. Tutti a soffrire su Dazn o sui terrazzi che svettano sopra l’Arena Garibaldi. Non è la stessa cosa. il calcio ha bisogno del pubblico per poter di esser finalmente tornati alla normalità. Le scene di questi giorni agli europei offrono a tutti la speranza di tornare allo stadio in tempi brevi. Quindi dalla prossima stagione, se le cose continueranno a migliorare, potremmo vedere, in corso d’opera, di nuovo un’Arena ribollente di tifo e passione. Non si partirà al massimo della capienza, infatti per la società non sarà facile organizzare la campagna abbonamenti, ma una vera apertura, e non quanto visto con Cremonese e Monza, dovrebbe esserci. Come abbiamo visto il Moccagatta di Alessandria per i playoff di serie C e soprattutto agli Europei itineranti in corso in questi giorni. All’Olimpico di Roma c’è stata un’apertura al 25% della capienza e contro Turchia e Svizzera, doppio 3-0 per l’Italia, gli azzurri di Mancini hanno sentito i cori, gli applausi e soprattutto i boati dopo i gol. Vale lo stesso discorso per Wembley, 22.500 spettatori per la sentitissima sfida con la Scozia, e per molti altri stadi come quello di Copenaghen, dove sabato scorso i tifosi hanno trattenuto il fiato per il malore accorso a Christian Eriksen, o a Monaco di Baviera. A Budapest per Ungheria-Francia di ieri pomeriggio, terminata 1-1, c’erano 60mila spettatori e abbiamo potuto ammirare anche tante bandiere al vento e coreografie sugli spalti.
Ultima con il pubblico a Crotone. Sono segnali che danno speranza a tutti per un ritorno alla vera vita sociale. perché poi in fondo il calcio è proprio questo. E il teatro quando è vuoto può mettere in scena i migliori attori del mondo ma diventa poco roba senza il pubblico. Il Pisa ha giocato la sua ultima partita in uno stadio pieno a Crotone il 2 marzo 2020. I nerazzurri sfiorarono la vittoria, Pinato mancò due buone occasioni in contropiede, ma vennero beffati al 92′ da un colpo di testa di Simy dopo che Prontera aveva espulso Belli per un fallo molto contestato da D’Angelo. L’ultimo boato dell’Arena è stato quello al gol di Vido in Pisa-Perugia del 29 febbraio 2020, tre giorni prima di Crotone, che regalò al Pisa tre punti fondamentali per scacciare le paure dopo due sconfitte di fila contro Empoli e Venezia. La prima partita a porte chiuse è stato il derby con il Livorno del 7 marzo dopo che in settimana erano già stati venduti tutti i biglietti, compresi i 900 del settore ospite ai tifosi livornesi. La prodezza di Lisi, per l’1-0 finale, è stata raccontata magistralmente alla radio da Francesco Repice e ha fatto emozionare molti tifosi come negli anni d’oro di tutto il calcio minuto per minuto. Visto che non tutti avevano l’abbonamento a Dazn. La gara però che riporta tutti in campo e segna una prima ripartenza è quella del 20 giugno 2020 a Salerno. D’Angelo lancia a sorpresa Varnier, reduce dall’operazione al crociato, e nonostante la Salernitana dell’ex Giampiero Ventura passi in vantaggio con il bosniaco Milan Djuric, e colga anche due pali, il Pisa gioca meglio e pareggia con un gran gol di masucci. Anzi i nerazzurri potrebbero anche vincere e nel finale sfiorano due volte il gol con Vido. La sensazione però è che la squadra sta bene e può far sognare. Infatti nelle 10 partite giocate nell’arco di 41 giorni il Pisa lotta per i playoff e contribuisce a rallegrare l’estate più difficile per i pisani. Il sogno finisce con l’1-1 di Frosinone che estromette il Pisa dai playoff per la classifica avulsa. Ma quei 41 giorni sono stati di grande intensità. Adesso speriamo di rivivere quelle emozioni con gli stadi pieni.