Tra le tante qualità di Luca D’Angelo c’è quella di saper ricamare abiti diversi a seconda delle partite. Nel 2-0 rifilato all’Ascoli con un gol per tempo c’è molto delle idee del tecnico nerazzurro che dopo il suo ritorno sulla panchina nerazzurra non aveva ancora vinto una gara “sporca”. Il suo Pisa con questo successo supera proprio l’Ascoli e aggancia il SudTirol all’ottavo posto. Undicesimo risultato utile di fila. Decimo per D’Angelo che adesso si prepara a sfidare domenica sera il Frosinone capolista in trasferta. Solo i ciociari fanno meglio del Pisa da quando è tornato l’omone. Non sarà certo un caso.
Concretezza da grande squadra. Quella con i bianconeri è una di quelle  gare dove devi essere bravo a capitalizzare al meglio le rare occasioni e non devi farti irretire dalla trappola del nervosismo. Ben sette ammoniti e parapiglia dopo un fallo ai danni di Barba a metà primo tempo. Missione compiuta su tutti i fronti. Una vittoria, la quarta di fila in casa, aggiunta per vie diverse rispetto al pomeriggio spettacolare con la Ternana ma con una maturità e con una consapevolezza della propria forza tipica della grande squadra. Che sa badare al sodo, come quando Hermannsson spazza l’area senza tanti fronzoli, e sa monetizzare la qualità e la scaltrezza dei propri uomini chiave. Su tutti Torregrossa che si guadagna il rigore al termine di un primo tempo senza grosse occasioni e lo trasforma con un cucchiaio alla Totti che mette i brividi ma va a bersaglio. Altro segnale di sicurezza e di un gesto rischioso ma non fine a se stesso. La stessa fiducia che ormai ha il romeno Morutan che stavolta parte dalla panchina ma mette il suo mancino sul calcio d’angolo che porta al raddoppio di Canestrelli. Un difensore che si è visto meno negli ultimi tempi ma che contro l’Ascoli ha di fatto chiuso la partita. Confermando che l’ampiezza della rosa è davvero di grande qualità. Un’altra freccia in più nella faretra di D’Angelo. Ai bianconeri va dato il merito di essersi difesi bene nei primi 45 minuti, visto anche le tante assenze, ma in avanti non sono mai riusciti a mettere in serio pericolo Livieri. Nonostante la buona volontà e i tentativi nel finale del difensore Tavcar, al debutto assoluto in B, che è andato a fare l’attaccante aggiunto.
La prima volta di Lisandru Tramoni tra tante note positive. D’Angelo aveva spiazzato tutti facendo debuttare dal 1′ Lisandru Tramoni, che ha mostrato buona personalità al cospetto dei suoi 19 anni, e ha rilanciato dall’inizio Ionita e Sibilli dopo tante gare iniziate dalla panchina. Il turn over, spesso criticato nella passata stagione, ha pagato in termini molto positivi.  Si è rivisto dall’inizio anche Marin, con la fascia di capitano, che ha dato quantità ad un centrocampo dove Nagy ha girato con la cadenza di un orologio svizzero. E’ lui ha dettare i tempi e i ritmi della squadra che non ha creato grandi occasioni, come del resto l’Ascoli, ma è sempre stata dentro la partita. Con la fame giusta di vittoria. Bene anche la difesa, dove insieme ad Hermannsson brilla il solito Barba,  e in particolare Esteves ha mostrato una crescita importante sulla fascia destra prima di dover uscire per uno scontro con Falasco. Il portoghese è un altro giovane che sta migliorando di partita in partita così come Beruatto, già più esperto della categoria, che un passo alla volta sta tornando sui livelli dell’anno scorso. Bene anche i cambi. Non solo Morutan e Canestrelli, e non solo perché hanno confezionato il raddoppio, ma anche Calabresi e Touré sono entrati con il piglio giusto alimentando, il primo,  le azioni del Pisa sulla fascia, e, il secondo, recuperando tanti palloni vacanti. Bene anche Gliozzi che quando è entrato si è messo sulla sinistra sgobbando non poco e facendo a sportellate con Botteghin. Giocando per una ventina di minuti nel tridente con Torregrossa centrale e Morutan sulla destra. Insomma, se il gioco non è stato fluido come altre volte, i singoli hanno recitato al meglio la loro parte. Meritando la vittoria.