Prima di raccontare un Frosinone -Pisa da stropicciarsi gli occhi, la premessa è d’obbligo. Domani il Pisa torna a giocarsi una promozione diretta in A all’ultima giornata dopo 35 anni. L’impresa è difficile visto che bisogna vincere e sperare che il Monza perda a Perugia e la cremonese non vinca a Como. Ma essere ancora in corsa all’ultima giornata, malgrado qualche occasione buttata, deve essere motivo d’orgoglio. Proprio perché da tanto tempo il Pisa non giocava un campionato di alta classifica. L’ultima volta che il Pisa ha lottato fino all’ultima giornata per la promozione diretta in serie A correva l’anno 1987, conquistando la serie A vincendo a Cremona con Gigi Simoni in panchina e ribaltando una classifica cortissima. Poi arrivò un’altra promozione tra i grandi nel 1990,con mister Luca Giannini, ma con quattro giornate d’anticipo, grazie allo 0-0 con il Cosenza il 6 maggio, a poco meno di un mesa da i mondiali di calcio in Italia. In 32 anni solo nel 2007-2008 il Pisa ha lottato per la serie A diretta, ma non fino all’ultima giornata, regalando però un grande calcio e conquistando i playoff con una giornata d’anticipo.
Pisa da applausi. Era il Pisa spettacolo di Gian Piero Ventura che a Frosinone giocò una delle sue gare manifesto alla seconda giornata del girone di ritorno. Una vittoria per 5-1 che è ancora impressa nella memoria dei tifosi nerazzurri. Anche perché chi tifa per questi colori non è abituato a vedere cinque gol in una sola partita con il Pisa che in mezzora chiude la pratica e domina senza mai soffrire. Una giornata di felicità e addirittura di tranquillità, una rarità da queste parti. E la cosa ancor più bella è che tutto il pubblico si è alzato in piedi ad applaudire i nerazzurri e l’ex Nacho Castillo. Quel campionato il Pisa lo chiuse al sesto posto con 72 punti, c’erano però da giocare 42 giornate e non 38 come adesso, ed è fino ad ora il miglior piazzamento, assieme al sesto posto del 1991-92, non esistevano ancora i playoff, il miglior risultano del Pisa negli ultimi 30 anni. In attesa di vedere cosa succederà domani sera allo stadio Stirpe.
Un collettivo stratosferico. Il nastro della memoria si riavvolge indietro fino al 2 febbraio 2008. Il Pisa dopo due pareggi casalinghi, con il Bologna capolista per 0-0 e per 1-1 con il Bari di Antonio Conte, affronta la difficile trasferta di Frosinone. Una squadra che all’andata aveva inflitto al Pisa la prima, immeritata, sconfitta stagionale con un contestatissimo 1-0. Sotto un cielo che non promette niente di buono il Pisa prende d’assalto il Frosinone fin dal fischio d’inizio dell’arbitro Brighi. Al 5’ su un lancio di Raimondi scatta Cerci che si invola come da copione sulla destra, si porta sul lato corto dell’area di rigore, controlla la sfera e appoggia indietro per Kutuzov che con il destro lascia partire una saetta imprendibile per Sicignano. Gol capolavoro. Il Frosinone prova a reagire con una punizione sul fondo di Scarlato ma il Pisa è una macchina da guerra. Cerci quel pomeriggio è davvero illuminato e al 17’ complice una deviazione sfiora il palo alla destra di Sicignano dopo essersi portato a spasso mezzo Frosinone a giro per il campo. Dagli sviluppi del corner seguente Juliano crossa per Zavagno che con un colpo di testa degno di palombella rossa sorprende Sicignano e raddoppia. Al 28’ il Pisa cala il tris con Kutuzov che si fa lago a sinistra e serve D’Anna che tutto solo dal limite prende la mira e segna grazie anche a una leggera deviazione di Bocchetti. Per D’Anna è il primo gol in campionato. Il poker è servito due minuti dopo ancora con Kutuzov che riprende una respinta di Sicignano su tiro dalla destra di Cerci. Roba da non credere. Troppo bello per essere vero.
Il sigillo di Castillo. Il resto è pura accademia. Il talentuoso Lodi segna un gran gol su punizione al 39’ dopo un dubbio fallo di mano di Mezavilla al limite dell’area. Con quella squadra lì nemmeno il più pessimista dei tifosi nerazzurri teme una rimonta. Dopo l’intervallo il tecnico del Frosinone Cavasin toglie il portiere Sicignano, andato in crisi sui continui attacchi del Pisa, per inserire Chiodini. Nella ripresa il Pisa controlla e non rinuncia al contropiede con Cerci , a cui è mancato solo il gol, che al 55’ si fa tutta la fascia incontrastato e poi calcia addosso a Chiodini. Al 61’ il punto esclamativo: D’Anna dà il via all’ennesima ripartenza e poi va a chiudere un triangolo con Kutuzov ma Castillo lo anticipa, mette a sedere Chiodini e segna quando ormai cala la sera e si accendono i riflettori. Per lui il gol dell’ex dopo che a Frosinone aveva realizzato appena 6 golo nella stagione precedente. A Pisa saranno 22. L’argentino è ancora oggi il miglior realizzatore nerazzurro in B nell’arco di una sola stagione. Morello nel finale fa capire che è presente anche lui con una bella parata su colpo di testa di Evacuo. Finisce 5-1 per i nerazzurri tra gli applausi dei tanti pisani presenti nel settore ospiti ma anche dei tifosi di fede gialloazzurra. Il Pisa con quel successo conferma che viaggia meglio in trasferta che in casa. A fine anno saranno 11 i successi lontano dall’Arena. La serie A però sfumerà per i troppi infortuni nella doppia semifinale contro il Lecce. In primis quello di Cerci. Il rimpianto è più forte perché tanta bellezza meritava il grande palcoscenico.