E anche Pisa cantava We are the champions. Esattamente 33 anni fa i nerazzurri conquistarono all’Arena Garibaldi la seconda Mitropa Cup della loro storia liquidando per 3-0 gli ungheresi del Vaci Izzo grazie ai gol di Cecconi, Sclosa e Bernazzani. La vittoria arriva dopo la splendida salvezza con il Torino e al termine di un torneo intenso e che vide l’esordio dell’olandese Mario Been, il nuovo straniero per la stagione successiva, arrivato dal Feyenoord.
Una coppa pisana. La Mitropa Cup 1988 si svolge interamente a Pisa dal 24 al 30 maggio, mentre nel 1985 la final four si era disputata tra l’Arena e il Porta Elisa di Lucca e vide trionfare i nerazzurri con il 2-0 al Debrecen nella gara decisiva. Stavolta le squadre sono sei e si opta per una formula semplice con due gironi all’italiana con 3 squadre ciascuno. Nel girone A Pescara, Vaci Izzo e Slovan Bratislava; Nel girone B Pisa, Rakoczi e Vojvodina. Chi vince i due gruppi accede alla finalissima. Quindi oltre alle due italiane è rappresentato tutto il calcio dell’Europa dell’est che 16 mesi dopo si frantumerà con la caduta del muro di Berlino: quella che allora era la Cecoslovacchia con lo Slovan, la Jugoslavia post Tito con il Vojvodina e le due ungheresi Vaci Izzo e Rakoczi. Pisa e Pescara invece avevano vinto il precedente campionato di serie B a pari punti all’ultima giornata. Dopo la salvezza Anconetani vuole chiudere la stagione con la ciliegina della Mitropa, manifestazione a cui tiene da sempre e che Pisa organizzerà per ben tre volte. Un particolare: nella manifestazione si sperimentano per la prima volta le tre sostituzioni.
La corsa alla finale. Si parte il 24 maggio con la sfida agli ungheresi del Rakoczi. E’ un Pisa praticamente al completo con l’innesto di Mario Been in cabina di regia. In attacco Paciocco fa movimento accanto a Cecconi. Primo tempo equilibrato ma nella ripresa la sblocca subito Bernazzani al 49′, poi lo stesso Luca Cecconi raddoppia al 65′ per il 2-0 finale. Ottima la prova di Been che dimostra subito di avere piedi buoni e grande visione di gioco. Il biondo olandese è stato appena acquistato dal Feyenoord e dall’Olanda arriva anche il nuovo sponsor tecnico della Hummel che disegna già un completo nuovo per la Mitropa con strisce orizzontali. Le maglie della stagione successiva invece saranno praticamente identiche a quelle del Feyenoord, invece del biancorosso però c’è ovviamente il nerazzzurro. In tribuna fianco a fianco ad applaudire il Pisa ci sono i due candidati alla successione di Giuseppe Materazzi, ancora in panchina per la Mitropa, ma che ormai ha raggiunto l’accordo con la neopromossa Lazio del patron Calleri. I due candidati sono Gaetano Salvemini e l’esperto Bruno Bolchi. Nella seconda partita il Vojvodina batte 3-0 il Rakoczi e contro il Pisa potrà contare anche sul pareggio per raggiungere la finale. Venerdì 27 maggio il Pisa batte il Vojvodina per 1-0. Decide Cuoghi dopo un quarto d’ora. La difesa nerazzurra si dimostra granitica contro gli attacchi evanescenti e un po’ leziosi della scuola dell’est Europa, comunque sempre di talenti. Nell’altro girone il Vaci Izzo dopo aver perso 4-1 con il Pescara rifila un 6-0 clamoroso allo Slovan Bratislava, che a sua volta aveva battuto gli abruzzesi per 1-0. Il Vaci Izzo va in finale per la migliore differenza reti.
Pisa troppo forte. Lunedì 30 maggio il Pisa si presenta alla sua seconda finale europea da favorito nei confronti degli ungheresi. Non c’è storia. Nel primo tempo il Pisa trascinato da un sontuoso Mario Been chiude già la pratica. Tra il 33′ e il 36′ i nerazzurri mettono a segno un micidiale uno-due con Cecconi e Sclosa. Nella ripresa Bernazzani completa l’opera e anche se è schierato terzino mostra il suo fiuto negli inserimenti segnando il 3-0 finale al malcapitato Vaci Izzo. Materazzi concede la standing ovation a Been, al suo posto entrerà il compianto Silvio Gori, e qualche minuto anche al portiere Grudina per Nista, prima presenza stagionale, e Fiorentini per Caneo. A fine partita Materazzi saluta commesso i tifosi e proprio pochi giorni dopo passerà alla Lazio e Romeo Anconetani punterà su Bruno Bolchi. Romeo amava talmente tanto la Mitropa che a fine gara annunciò che voleva far mettere il distintivo della coppa sulla maglia ufficiale del Pisa, cosa che però non fu possibile. Intanto alzando la Mitropa assieme a capitan Sclosa, anche lui pronto a passare alla Lazio, si gode il trionfo in un’Arena festante che canta sulle note di We are the Champions, la canzone dei Queen che la voce di Freddie Mercury ha reso immortale inno di chi riesce a iscrivere il proprio nome nell’albo dei vincitori.