Giocare da avversario all’Arena sapendo che di lì a poco avrebbe vestito la casacca nerazzurra. Michele Padovano giocava per la prima volta all’Arena ma indossava la maglia del Cosenza quando il 6 maggio 1990 il Pisa pareggia 0-0 con i rossoblu e conquista la A con quattro giornate d’anticipo. L’ultima promozione nella massima serie della storia nerazzurra. Quello 0-0 però fece infuriare il presidentissimo Romeo Anconetani che fino a quel giorno non voleva sentir parlare di mercato e di nuovi arrivi. E rimase deluso dalla prestazione dei nerazzurri.
E alla fine arriva Padovano. In curva si festeggia, ma negli spogliatoi il clima non è così gioioso. Romeo Anconetani ai microfoni della Rai, intervistato da Marcello Giannini, non è soddisfatto dell’atteggiamento messo in campo dalla squadra: < Sono molto arrabbiato. La partita non mi è piaciuta, diverse cose non sono state di mio gradimento e mi riservo di agire di conseguenza. Debbo anche dire che sto pensando di dimettermi>. Sulla serie A conquistata con netto anticipo Romeo è lapidario: <Per me è una cosa normale>. Smaltita la delusione Romeo non rassegna le dimissioni e rilancia. Prima la splendida festa in Piazza dei Miracoli dopo il 2-2 contro il Parma. Romeo per pochi minuti fa riaprire la Torre, chiusa dall’8 gennaio del 1990 e riaperta al pubblico solo nel 2001 per i lavori di ristrutturazione, e sventola la bandiera nerazzurra sul simbolo che è vanto della città in tutto il mondo. Romeo promette di fare una grande squadra per cercare di andare in Europa. I tifosi sognano. Assieme all’allenatore rumeno Mircea Lucescu si punta su due stranieri da affiancare a Been ( poi partito a ottobre e rimpiazzato da Chamot): Henrik Larsen e Diego Pablo Simeone. E in attacco, una volta conquistata la salvezza con il Cosenza, arriva proprio Michele Padovano. Dopo quattro stagioni con i rossoblu, 103 presenze e 22 reti, con cui ha ottenuto una promozione in B e sfiorato la A. Anni in cui diventa molto amico del portiere Luigi Simoni, che ritroverà a Pisa, e di Donato Bergamini, deceduto il 18 novembre 1989. Un caso, quello di Bergamini, che non ha ancora conosciuto la parola fine dopo oltre 30 anni da quel tragico pomeriggio che portò alla morte di uno degli idoli della tifoseria rossoblu e a cui è intitolata la curva sud del San Vito-Marulla.
La 2 P delle meraviglie. Tornando alle vicende di campo va detto che Padovano a Pisa trova subito una grande intesa con Lamberto Piovanelli fin dall’estate. Michele, chiamato a sostituire Incocciati passato al Napoli di Maradona, è il partner ideale per le caratteristiche di Lamberto. La fisicità e il gioco aereo di Piovanelli, la velocità, la tecnica e la capacità di aprire varchi di Padovano. Si parte a mille e Piovanelli si conferma implacabile come in B quando aveva segnato 19 reti. Il Piova decide sia all’andata che al ritorno la sfida di Coppa Italia con l’Udinese e segna il primo gol assoluto della serie A il 9 settembre a Bologna. Il Pisa inizia il campionato di A per la prima volta con una vittoria. Padovano gioca bene però non ha ancora segnato e allora quale miglior occasione che l’esordio all’Arena in uno stadio cantiere. Contro il Lecce Piovanelli è sempre scatenato, altra doppietta, ma stavolta tocca anche al gemello. Un 4-0 che non ammette repliche con Padovano che segna sotto la Nord la terza rete nerazzurra dopo il capolavoro di Simeone. In quel momento il Pisa è solo in testa alla classifica della serie A. Poi al 90’ segnano Bianchi e Van Basten che regalano i due punti a Milan e Inter contro Cesena e Bologna. Ma Pisa sogna. La squadra cala ma fino a Natale esiste la speranza concreta di salvarsi senza patemi d’animo. Piovanelli è capocannoniere e viene convocato in Nazionale, Padovano segna al San Paolo, sconfitta beffarda al 92’, al Meazza, rocambolesco 6-3, e poi realizza la sua prima tripletta in A nello scontro salvezza con il Cesena in un clamoroso 3-2 in rimonta all’Arena. Nasce la 2P ( Piovanelli-Padovano) come la chiama Anconetani che alla domenica sportiva sottolinea come sia giusto chiamarla 2P per non confonderla con la P2. Il giorno di grazia è il 16 dicembre 1990 quando contro il Torino il Pisa gioca una gara da incorniciare. Padovano dopo tre minuti segna un gol da posizione defilata e Piovanelli festeggia la convocazione in azzurro per la partita con Cipro del sabato successivo. Completa l’opera Simoni parando un rigore a Martin Vazquez.
Padovano in doppia cifra ma il sogno si spezza. Dopo quel 2-0 ai granata lanciati verso la qualificazione Uefa la salvezza sembra davvero alla portata. Ma si sa che sul più bello l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Il 30 dicembre all’Olimpico il Pisa ottiene un buon pareggio per 0-0 con la Lazio ma dopo otto minuti si fa male Lamberto Piovanelli per una brutta entrata di Domini. Padovano deve portarsi da solo il peso dell’attacco. Segna un bel gol di testa al Ferraris, altro stadio monumento, che illude il Pisa a inizio secondo tempo ma che alla fine uscirà sconfitto per 4-2 contro una delle squadre più spettacolari di quel torneo. Poi arriva un gol bello e prezioso che vale l’1- con il Napoli nella giornata in cui Maradona indossa la maglia numero 9 e cede il suo 10 a Zola. Un gol ai suoi futuri compagni di squadra visto che a fine stagione Padovano vestirà la maglia azzurra, senza tuttavia poter giocare con il grande Diego. Anche Padovano va avanti con qualche acciacco ma ha in serbo una grande ultima recita nella città di Giuseppe Verdi. Il 24 marzo a Parma, sotto una pioggia battente, il Pisa vince 3-2 con una doppietta d’autore di Padovano contro un’altra squadra lanciata verso l’Uefa. Prima un tiro all’incrocio dei pali, poi una bella azione chiusa saltando Taffarel e appoggiando in rete. In mezzo c’è il gol di Neri, poi i patemi d’animo fino alla fine per le reti di Brolin e Melli. Il Pisa, con Giannini subentrato a Lucescu, torna a vincere dopo quattro sconfitte di fila e si porta a -1 dalla zona salvezza occupata in quel momento dal Lecce. In più con l’Atalanta il sabato di Pasqua rientra anche Piovanelli nel finale di partita. Ma è solo un’illusione. Il Pisa perde 2-0 e a fine stagione torna in B. Per Padovano una grande stagione a livello personale con 11 reti in 30 presenze ma l’amarezza per non aver contribuito a una salvezza che sembrava possibile e resa impossibile anche da tanta sfortuna. Padovano è l’unico calciatore nerazzurro ad essere andato in doppia cifra nella serie A a girone unico.