PISA
Domenica sera all’Arena torna una sfida che in campionato manca da 32 anni. Pisa e Genoa si ritrovano nello stadio pisano dopo due intermezzi in coppa Italia, il 2-2 nel 2000-2001 e la sconfitta nerazzurra per 3-2 nella Coppa di C nel 2005-2006, e dopo quindici anni ininterrotti di serie A per il grifone. Quella sfida di 32 anni fa diventa anche l’occasione per ricordare il grande capitano di Pisa e Genoa Gianluca Signorini.
Uno 0-0 di spessore. La memoria torna quindi al 23 settembre 1990 quando il Pisa capolista, in coabitazione con Inter e Milan, ospita il Genoa di Osvaldo Bagnoli reduce da una vittoria per 3-0 sulla Roma. Il Pisa di Mircea Lucescu è primo insieme alle milanesi dopo i successi di Bologna e con il Lecce in casa. Piovanelli ha giò segnato 3 gol in due partite e la squadra ha vinto anche le due gare di Coppa Italia con l’Udinese. Stadio strapieno e seimila genoani al seguito. Clima ottimo grazie al gemellaggio che esisteva all’epoca tra le due tifoserie. Gara affidata all’internazionale Tullio Lanese che però finirà nel mirino per alcuni episodi dubbi. Su tutti un rigore negato a Piovanelli per un contatto in area con Fiorin al 9′ della ripresa. Nel primo tempo il Pisa comanda il gioco ma non impensierisce Braglia ed è costretto a provarci solo con tiri da lontano di Padovano e Simeone. Neri porta scompiglio sulla destra ma è il Genoa a impegnare Simoni con Eranio e Pacione imbeccati da un super Aguilera. Nella ripresa il copione non cambia e il Pisa si morde le mani per l’occasionissima sprecata da Simeone che mette fuori a porta vuota su imbeccata di Piovanelli dopo un cross da sinistra di Dolcetti. Ma anche il Genoa sfiora il gol in contropiede nel finale. pareggio giusto e prime avvisaglie di un grifone da alta classifica. Il Genoa infatti chiuderà al quarto posto la stagione centrando la qualificazione alla Coppa Uefa. Una grande soddisfazione nell’anno in cui la Sampdoria vince il suo unico scudetto.
Un capitano per l’Europa. Il capitano di quel Genoa era il pisano Gianluca Signorini che aveva debuttato nel calcio professionistico proprio in maglia nerazzurra nel 1978-79, due presenze, a soli 18 anni. Da lì in poi un lungo girovagare partendo dalla gavetta della serie C: Pietrasanta, Prato, Livorno, Ternana, Cavese e Parma. Dove incontra Arrigo Sacchi che stravede per lui e vorrebbe portarlo al Milan. Nell’estate del 1987 passa alla Roma ma, nonostante 29 presenze, viene ceduto al termine della stagione al Genoa in serie B. Al primo tentativo Signorini conquista la promozione da protagonista nello squadrone allenato dal professor Scoglio. Un successo suggellato proprio da una vittoria sul campo neutro di Pisa con il Barletta, 1-0 gol di Eranio, che vale il primo posto. In serie A sia con Scoglio che con Bagnoli il numero 6 diventa uno dei leader di una squadra che arriva fino alle semifinali di Coppa Uefa nel 1991-92. Indimenticabile la vittoria ad Anfield Road con il Liverpool griffata dalla doppietta di Aguilera. Prima squadra italiana a vincere sul campo dei red devils. La corsa si ferma ad Amsterdam contro l’Ajax di Bergkamp e Jonk che poi supera in finale il Torino. Signorini resta al Genoa anche quando la squadra inizia il suo lento declino. Indossa con stile ed orgoglio la fascia di capitano. Nel 1995 resta indimenticabile il suo pianto di gioia e la corsa sotto la gradinata Nord contro il Torino, 1-0 gol di Skurhavy all’ultima di campionato, dopo il gol dell’Inter con il Padova che manda il Genoa allo spareggio per restare in A. A Firenze il grifone si arrende ai rigori in quella che è l’ultima partita di Signorini in maglia rossoblù. Chiude con 207 presenze e 5 reti la sua splendida avventura nel calcio professionistico.
Cuore nerazzurro. Ma a 35 anni per Signorini c’è un ultimo capitolo da scrivere. Non sui palcoscenici prestigiosi della serie A o dell’Europa ma sui campi polverosi di provincia. La missione è quella di riportare il Pisa tra i professionisti dopo il fallimento del 1994. La squadra è in Eccellenza ma viene ripescata. Oltre a Signorini c’è Davide Lucarelli, anche lui in campo in quel Pisa-Genoa di 32 anni fa ma con la maglia nerazzurra, a cercare di dare un po’ di esperienza alla squadra di Luciano Filippi. I due firmano la vittoria per 2-1 in rimonta nella ara di esordio a Viareggio contro la Torrelaghese( in gol con il futuro nerazzurro Alessio Frati). Sarà un campionato difficile e combattuto fino in fondo. Il duello a tre con Aosta e Biellese tiene tutti con il fiato sospeso. Il Pisa scopre e lancia Gionatha Spinesi che a novembre però passa subito all’Inter dopo 4 gol in avvio di stagione. Il Pisa ha una grande difesa ma fatica a segnare tanto che solo Paolo Andreotti chiuderà a 4 reti come Spinesi. Ed ecco che viene fuori l’esperienza di Signorini. Anche qui la fascia di capitano non è certo indossata per caso.  Nella gara decisiva di Nizza Millefonti, alla penultima, segna il gol che di fatto apre le porte della C2. La promozione arriva all’ultima giornata con un 2-0 al Viareggio firmato da Mussi e da un’autorete procurata da un tiro di Andreotti. E’ l’ultima partita di Signorini in un campionato. La soddisfazione di riportare almeno in C la squadra della sua città, quella dove ha dato i primi calci a un pallone, è davvero grande. Resta a Pisa come dirigente e per qualche giornata, nel 1997-98,  va anche in panchina in attesa di prendere il patentino. Tutto questo poco prima di ammalarsi di Sla. Muore a Pisa il 6 novembre 2002 a soli 42 anni. Toccante il suo saluto, nel 2001, alla Gradinata Nord di Genoa insieme a tutta la sua famiglia prima di una gara amichevole del grifone. Lascia un grande vuoto nel mondo del calcio per serietà e professionalità. A lui sono intitolate la gradinata di Pisa e il campo di allenamento del Genoa. Le sue due squadre di una vita.