Mai il Pisa targato Luca D’Angelo aveva perso 5-1 nel giro di quattro stagioni. Mai la difesa, che fino aieri pomeriggio era la migliore del torneo, aveva commesso errori così marchiani. Una giornata storta dal punto di vista tecnico con la squadra che non è riuscita a restare equilibrata, compatta, attenta nella prima di cinque finali. Nulla è compromesso ma occorre tornare subito a correre e soprattutto ad avere quell’attenzione che ha portato i nerazzurri a fare un campionato di vertice. Resettare ma non dimenticare la severissima e pesante lezione del Vigorito. Una compattezza che deve esserci in tutto l’ambente e deve andare anche dopo il deferimento arrivato venerdì per il caso plusvalenze. Per certi versi è un bene che si giochi subito mercoledì un altro scontro diretto, stavolta all’Arena contro il Brescia.
Quando la gara inizia in salita è sempre più dura rimontare. Contro il Benevento il Pisa ha subito gol dopo appena tre minuti e ha confermato che nel girone di ritorno va spesso sotto per prima. Solo a Monza la squadra è riuscita a rimontare e vincere. E per certi versi la reazione al gol lampo di Ionita, corta respinta di Birindelli ma difesa posizionata male, c’era stata. I nerazzurri nella prima mezz’ora hanno creato occasioni e colpito la parte superiore della traversa con Mastinu ma hanno trovato un Paleari super soprattutto su un colpo di testa ravvicinato di Leverbe. Si poteva fare meglio anche al tiro, Birindelli ha calciato alto da buona posizione, e sotto porta visto la quantità cospicua di calci d’angolo battuti e non sfruttati. Torregrossa e SIbilli si impegnavano ma raramente erano pericolosi. Benali predicava nel deserto e alla fine l’azione dell’unico gol è arrivata per merito dei nuovi entrati Masucci e Puscas quando ormai tutto era compromesso.
L’imbarcata. Ovviamente il Pisa ha perso a Benevento soprattutto perché ha permesso agli avversari di arrivare troppo facilmente in area. Facendo poco filtro a centrocampo e soffrendo terribilmente sulle fasce. Leverbe e Caracciolo poi non hanno mai fatto tanta fatica come ieri per merito anche di Forte che li teneva spesso in apprensione. Sul secondo gol è proprio il francese a farsi saltare da Acampora e poi Caracciolo devia nella propria porta per anticipare l’ex attaccante del Pisa. Di fatto la gara finisce lì. Anche se il tempo per rimediare ci sarebbe. Il gol di Improta, su cross di Insigne con Siega che si perde il centrocampista campano, all’alba del secondo tempo chiude ogni discorso. Birindelli ha sofferto Letizia che andava spesso al cross dalla trequarti e Beruatto ha lasciato troppo campo a Insigne. Mastinu e Siega non riuscivano a fare filtro così come Nagy. Acampora era dappertutto e Nicolas evitava anche un passivo peggiore con due parate, una per tempo, su Insigne e Forte servito proprio dallo scatenato numero 4 campano. Le reti dello stesso Forte, quello della bandiera di Puscas, e l’ultimo di Tello mettono il punto definitivo su una gara andata in archivio da troppi minuti.
Ripartire dai tifosi. D’Angelo ha tolto Torregrossa quando ormai la gara era compromessa e spera di ritrovarlo al top contro il Brescia. Magari con la stessa forma che gli ha consentito a marzo di essere il calciatore del mese Aic. Se D’Angelo cercava delle risposte da chi è entrato non può essere certo soddisfatto di Touré. Per il tedesco una mezz’ora senza acuti. Si è rivisto anche Marsura, non giocava da gennaio, e anche lui ha combinato poco. Di Masucci e Puscas abbiamo già detto, il rumeno si candida a partire titolare con le rondinelle, e alla fine è stato concesso qualche minuto anche a Di Quinzio. Contro il Brescia torneranno a disposizione Marin, quanto ha pesato la sua assenza nel mezzo, e Luca dopo il turno di squalifica. E anche Hermannsson dovrebbe tornare a disposizione. Sotto la pioggia e un nubifragio di gol si sono salvati i tifosi nerazzurri. Encomiabili. Hanno cantato anche sotto di quattro gol e dopo una partita così mal giocato hanno incitato la squadra a rialzarsi invece di puntare il dito contro qualcuno. Da qui bisogna ripartire.