Tattica, strategia, abnegazione, forza. Parafrasando una vecchia canzone del gruppo emiliano dei Cccp sono queste le quattro caratteristiche principali per descrivere la splendida vittoria del Pisa a Brescia. Un successo che vale il sorpasso ai danni dei lombardi e il ritorno al primo posto in classifica. Una gara di grande personalità che ha trovato nella rete capolavoro di Giuseppe Sibilli la logica conseguenza a un dominio netto anche a livello di occasioni da rete sul campo di una squadra che fino a ieri è stata una vera e propria macchina da gol che però è andata in panne di fronte a una difesa solida, matura. Trascinata da un Leverbe superlativo. Icona di un collettivo che sa difendere e attaccare come una grande orchestra. Con un direttore, spesso criticato, ma che anche ieri ha azzeccato tutte le mosse giuste. Dall’inizio alla fine. E stavolta la squadra non ha avuto neppure il braccino corto nei sette minuti di recupero.
Tattica e strategia. D’Angelo torna al 4-3-1-2 mentre Inzaghi per la prima volta passa al 3-5-2 inserendo Mangraviti nell’insolita difesa a tre. Il tecnico del Brescia cambiando modulo forse spera di sorprendere il Pisa che invece non perde la concentrazione e riesce a giocare la partita che vuole. Di attesa e concentrazione. Di precisione. Dando sempre la sensazione, anche nel primo tempo, di saper sempre cosa fare. Con Beruatto e Birindelli che non concedono grandi spazi a Leris e Pajac. Una strategia azzeccata che va ben oltre la semplice scelta di un modulo ma che dimostra che i nerazzurri sanno come stare in campo contro le big o presunte tali. Non vinci per caso contro Monza, Reggina, Benevento e Brescia. Palacio e Bajic sono stati ben neutralizzati da Leverbe e Caracciolo. Nicolas non ha fatto una parata. Se il possesso palla parla in favore del Brescia le occasioni più importanti sono tutte di marca nerazzurra.
Abnegazione. La squadra nerazzurra non ha mollato di un centimetro dal primo all’ultimo minuto. Il ritorno di Nagy a centrocampo ha dato ulteriore equilibrio, Marin ha garantito la solita corsa e ha sfiorato anche il gol nella prima parata di Joronen dopo la prima mezz’ora di gioco. Mastinu è stato l’arma in più a centrocampo, l’uomo che probabilmente ha messo maggiormente in difficoltà il Brescia. La cosa più bella è che il Pisa è stato un po’ quell’onda che la vedi fin dall’inizio e cresce con il passare dei minuti. Come il capitano Robert Gucher che servito da Cohen a fine primo tempo poteva far meglio al tiro ma che con il passare dei minuti lo trovi sempre un passo avanti. E così dopo che il Brescia sembrava esser partito più deciso all’inizio del secondo tempo, ma era solo un’apparenza, la squadra nerazzurra macinava gioco e occasioni. Nagy e Cohen non erano precisi. Caracciolo coglie un palo su una bella punizione mancina di Cohen prolungata da Leverbe. E’ il momento di colpire. E D’Angelo e la squadra lo sanno.
Forza. Ed è qui, in questo momento che vedi la forza. Anche da quella panchina, che forse non sarà completa come quella delle big o presunte tali ma può dire sicuramente la sua. Esce Cohen, ha regalato sprazzi di bel calcio anche ieri, ed entra Sibilli. Il ragazzo arrivato dalla serie C un anno e mezzo fa ha una voglia di spaccare il mondo che mette subito in pratica. Entra in area, protesta per un contatto, corre, aiuta gli altri e aspetta il momento buono. che arriva subito, quando Gucher appoggia palla sulla trequarti e Sibilli dipinge il quadro. Prima con una finta a rientrare sul destro e poi con un tiro potente come un missile e preciso come la freccia di un arciere che vince l’oro nella finale olimpica. Terza rete per Sibilli, determinante come contro Spal e Monza. Ed è dopo questo gol che si vede la forza del Pisa. Il Brescia reagisce ma produce poco. In avanti cresce ancora Lorenzo Lucca che protegge palla bene e tiene sempre più in allerta il Brescia. Diventando punto di riferimento essenziale come nelle prime partite. Si conquista anche un rigore che il Var gli annulla, l’arbitro Sozza lo ammonisce per simulazione, e il tempo perso per guardare la moviola potrebbe diventare un macigno nel finale. Ma il Pisa riesce a respingere anche quel macigno nei sette minuti di recupero. Gestendo finalmente alla grande il finale di partita. Con Di Quinzio che non fa rimpiangere Mastinu e con Masucci e Hermannsson che fanno respirare Lucca e Gucher, sostituiti da D’Angelo proprio quando si alza il tabellone del recupero. Caracciolo prende un giallo che gli costa la partita con il Perugia ma stavolta non ci sono cali di attenzione e la vittoria è il sacrosanto premio a una gara praticamente perfetta. Con gli umbri giocherà Hermannsson centrale, il suo ruolo naturale. E anche qui servirà un ‘altra prova di forza. Come quella di ieri. La vittoria di Brescia vale più di tre punti. Rappresenta la consapevolezza che questa squadra al momento è la degna maglia rosa, anzi oro, di un campionato più equilibrato che mai. Dove tutti soffrono contro tutti.