Il Pisa perde la terza partita di fila e conferma l’involuzione nella costruzione del gioco e nel creare pericoli sotto porta. Il 2-0 per il Chievo sotto il diluvio universale del Bentegodi è purtroppo giusto. Al netto di un 60% di possesso palla i nerazzurri si sono rivelati ancora una volta sterili in avanti. Tanto è vero che Semper non si è praticamente mai sporcato i guanti nonostante il pantano nella sua area piccola fino a tempo scaduto. E’ mancata ancora una volta quella cattiveria agonistica giusta e quella compattezza che servono per fare risultato in un campionato ricco di insidie come la B. Anche il 3-5-2 non ha dato risposte confortanti, segno che la tecnica e la forma fisica contano più degli schemi. Serve ritrovare la qualità di alcuni big che si è un po’ smarrita per strada. E serve un segnale anche da D’Angelo, ieri in panchina c’era il vice Taddei, che deve ritrovare la quadratura del cerchio. Va bene che non è più il calcio degli undici intoccabili ogni domenica ma un po’ di punti fermi non sarebbe sbagliato averli. Sicuramente i casi di positività al coronavirus del marzo scorso e la lunga sosta hanno inciso in parte ma non devono diventare alibi. Quello delle ultime giornate non può essere il vero Pisa.
Troppe distrazioni. Alla poca determinazione nei contrasti, l’impegno da solo non basta, vanno abbinate le ennesime distrazioni difensive e un gioco sulle fasce che ha sofferto in fase di spinta e nelle chiusure. Soprattutto a sinistra dove Mogos e Canotto hanno frastornato Lisi e Pisano, ma anche a sinistra dove Birindelli era protagonista in negativo dei due gol clivensi. Prima mancando la chiusura sul tiro di Canotto respinto da Gori e poi facendosi prendere d’infilata da Cotali che mette De Luca in condizioni di raddoppiare. Va detto che non è solo colpa di Birindelli visto che nel primo gol Pisano sbaglia il movimento su Canotto e nel secondo Beghetto, appena entrato, regala palla agli avversari che poi non trovano opposizione quando devono attaccare. Anche il centrocampo è apparso in netta difficoltà. Mazzitelli e Siega faticavano a scalare e anche gli attaccanti in fase di non possesso non aiutavano i compagni. Unico baluardo Marius Marin pronto a rincorrere chiunque e altra certezza insieme a Gori. Il portierone non sarà stato perfetto sul primo gol ma si è rifatto ampiamente su Canotto di piede e soprattutto con la doppia parata rvvicinata sui tiri di Obi e soprattutto Djordjevic dove ha mostrato la reattività di un felino.
Poco incisivi. Nella ripresa la squadra è stata più attenta ma è apparsa scolastica nel tenere palla. Anche se Gucher e Sibilli un po’ di qualità l’hanno portata. L’austriaco è l’unico che ha provato a verticalizzare il gioco, sul 2-0 ci poteva stare un rigore ai suoi danni, il numero 17 ha portato vivacità colpendo un palo da posizione defilata e permettendo a Semper, purtroppo solo nel recupero, di effettuare l’unica parata degna di nota della partita. La squadra nelle ultime tre partite ha realizzato un solo gol e tirato in porta con il contagocce. Vido è rimasto fuori per riposo precauzionale, Marsura e poi Palombi non si sono resi pericolosi. Marconi su un campo del genere doveva esser servito in altro modo, abbandonando il palleggio e cercando qualche cross con maggiore qualità. Invece Batman è stato sostituito a 35 minuti dalla fine. Troppo presto. Adesso bisogna vincere senza se e senza ma contro il Cosenza per scacciare i fantasmi. La squadra magari non ha una rosa da playoff ma neppure da playout. Adesso è il momento di tirare fuori quella determinazione che D’Angelo e questo gruppo hanno sempre tirato fuori nei momenti difficili.