Il Pisa cade in campionato dopo 8 partite, se contiamo le sette di questo inizio e la vittoria per 3-2 con la Virtus Entella nell’ultima giornata della stagione 2020-2021, proprio contro una squadra che non vinceva dal maggio scorso. Ma non c’è solo la legge dei grandi numeri dietro il primo stop di una squadra che, giusto per ricordarlo, è sempre prima in classifica con + 4 su Lecce e Cremonese, oggi impegnata con il Benevento.
Le scelte. In molti sono rimasti sorpresi dalla rinuncia iniziale di D’Angelo ai quattro nazionali e quella di Gucher in licenza per paternità. Il tecnico però ha avuto a disposizione per troppo poco tempo Lucca, Nagy, Cohen ed Hermannsson. Alcuni di questi hanno fatto solo la rifinitura. I primi tre entrati nella ripresa, l’ultimo rimasto in panchina. Scelte praticamente obbligate visto che se i giocatori non sono al 100% D’Angelo non li schiera indipendentemente dal valore e dall’importanza che hanno per la squadra. Lucca e Nagy su tutti, visto che comunque Hermannsson è finito spesso in ballottaggio con Birindelli e Cohen è partito titolare solo due volte finora anche perché ha iniziato più tardi la preparazione e non tutti i giocatori sopportano i carichi di lavoro allo stesso modo. I nuovi entrati, compreso Masucci e Di Quinzio, che comunque si è mosso bene, non hanno cambiato la partita. Il risultato però non può essere figlio solo di alcune scelte e non deve certo diventare un dramma o l’occasione per mettere sotto accusa un tecnico che come tutti può fare degli errori ma che al tempo stesso non può esser messo certo in discussione per il lavoro svolto in questi anni.
Approccio morbido ma tante occasioni create. Al di là della sconfitta dello Scida i risultati finora danno ragione a D’Angelo che ieri ha però aveva una squadra meno pronta e reattiva del solito nell’approccio alla gara, gol subito dopo un minuto e mezzo, e alla quale non è comunque mancata nella voglia e nella determinazione di rimetterla in piedi. Nonostante i colpi pesanti che potevano stendere anche un toro già a metà del primo tempo. Probabilmente il Pisa ha affrontato una squadra che ha avuto un po’ più di fame nei contrasti e nell’arrivare prima sulle palle sporche con Marin e De Vitis in grande difficoltà nel mezzo. Ma in termini di occasioni create e delle parate dei due portieri Contini, uscito per infortunio , e Festa, determinante su Sibilli, Beruatto e infine su Caracciolo nell’ultima mezz’ora. Senza contare che sull’1-0 De Vitis ha sbagliato un rigore e Sibilli, su spizzata di Touré, ha fallito un gol a porta vuota. E lo stesso Touré poteva pareggiare sempre di testa. Insomma le chance non sono mancate. Un Pisa che ha tenuto il 63% del possesso palla, ha calciato 20 volte in porta, 10 nello specchio, e collezionato ben 12 angoli. Da una parte è segno di volontà nel voler comandare il gioco e gettarsi all’attacco, dall’altro, se non riesci a concretizzare tale pressione, sono dati con cui non si vincono le partite. Ma tutto questo è indice che la squadra anche ieri è stata nella partita.
Episodi chiave e qualcosa da rivedere. Sicuramente l’andamento dei primi 25 minuti ha indirizzato la gara. Il gol lampo di Mulattieri, sesto centro come Lucca, è merito della scaltrezza dell’attaccante e della verticalizzazione di Maric ma con tre difensori alti il Pisa si è fatto sorprendere troppo facilmente. Il rigore conquistato da Sibilli, fallo di Mondonico confermato dal Var, poteva subito dare una nuova svolta alla gara ma De Vitis lo calcia male e si fa parare il tiro da Contini. Che si conferma osso duro contro il Pisa. Sul raddoppio dei calabresi l’errore è macroscopico perché Mastinu fa quello che non si deve mai fare quando si fa un disimpegno poco fuori l’area di rigore, ovvero mettere la palla per vie centrali. Zanellato la intercetta e poi è anche baciato dalla dea fortuna che prende le sembianze della schiena di Caracciolo che non dà scampo a Nicolas. La bella rete di Touré di testa, ottimo il cross di Marsura, è servita a rendere palpitante la ripresa in attesa di quel gol che non è arrivato e che, come detto, il Pisa avrebbe anche meritato. E’ mancata anche un po’ di spinta da parte di Birindelli a destra, mentre Beruatto nella ripresa ha iniziato a spingere con convinzione e ha messo anche tanti palloni interessanti su corner e punizioni. La squadra ha chiuso gli otto minuti di recupero con poche energie e il Crotone in contropiede poteva anche segnare ma questo è un fatto piuttosto normale visto che la squadra era piuttosto sbilanciata alla ricerca del pari. Adesso c’è da pensare al Pordenone che paradossalmente è la squadra più difficile da affrontare. Ha un solo punto e ha cambiato allenatore per la terza volta dopo otto partite.