E siamo giunti al classico pagellone di fine stagione. I Pisa non è promosso in serie A ma sono tanti gli alunni promossi con voti alti nella classe nerazzurra. Da oggi fino a martedì esamineremo il rendimento reparto per reparto, corredato anche dai dati statistici, compreso lo staff tecnico. Si comincia dalla difesa che al netto di un finale difficile è stata a lungo il fiore all’occhiello di D’Angelo. Passare da 59 gol subiti di un anno fa ai 35 attuali, nella stagione regolare, non è cosa da poco. Segno che l’obiettivo di registrare l’anello più debole è stato centrato. Da terza peggior difesa a terza miglior difesa del torneo a pari merito con il Brescia. Per lunghi tratti la difesa nerazzurra è stata la migliore del torneo. Dalla disfatta di Benevento in poi però qualcosa è cambiato, già prima dell’infortunio di Caracciolo che comunque è stato pesante in ottica playoff. Nelle ultime dieci partite, compreso i playoff, la squadra ha subito 18 reti. Di più di quante ne ha subite in tutto il girone d’andata. Va detto che nella semifinale di Beenvento, persa 1-0, la difesa era in emergenza perché oltre a Caracciolo mancava Hermannsson e sono stati adattati prima De Vitis, che si è fatto male mentre stava giocando una gran partita, e poi Birindelli che non sono certo centrali. Nel complesso però il reparto merita un giudizio positivo. Vediamo i voti nel dettaglio.
Nicolas Andrade 7,5: le sue parate portano tanti punti al Pisa, a cominciare da quelle contro la Spal alla prima di campionato. Para due rigori, a Ciano del Frosinone e a Zanimacchia della Cremonese, e anche ai playoff è determinante soprattutto nella finale di andata a Monza quando tiene a galla la squadra nel momento più difficile. A tante prodezze però alterna alcuni errori gratuiti come quelli che costano l’1-1 con Pordenone e Cosenza. In questo caso punti pesanti lasciati per strada in chiave promozione diretta. Nel complesso però le cose buone sono di gran lunga superiori grazie a tecnica e personalità che ne fanno uno dei migliori portieri della categoria. I numeri: 40 presenze, 42 gol subiti, 15 clean sheet.
Alessandro Livieri 6,5: si fa trovare pronto quando Nicolas è infortunato. Impatta con personalità le due partite con il Lecce, sia quella vinta all’Arena che quella persa al Via Del Mare, e compie una paratissima su De Luca a Perugia qualche istante dopo il suo ingresso. Profilo interessante. I numeri: 4 presenze, 3 gol subiti, 2 clean sheet.
Samuele Birindelli 8: è la stagione della sua definitiva consacrazione. Corsa, intelligenza, personalità. Il “bimbo” cresciuto in casa ne ha fatta di strada e adesso fa gola a tanti club. Le ultime 13 gare è sempre in campo senza mai uscire, compreso a Monza quando gli vengono i crampi poco dopo il raddoppio di Gytkjaer. Cosa che non gli capitava dalla notte dei tempi. Segna un gol decisivo a Vicenza e macina un’infinità di chilometri. Quella con il Monza è la partita numero 192 nella squadra della propria citta in soli sei anni. Nel finale di stagione ha anche l’onore di portare la fascia di capitano dopo l’infortunio di Caracciolo . L’errore in finale non può incidere sul giudizio di una stagione bellissima. Le sue lacrime sono il simbolo di un Pisa che ha lottato fino all’ultimo centimetro della stagione. I numeri: 41 presenze, 1 gol.
Filippo Berra 6: il colpo di testa vincente nei minuti di recupero della finale d’andata è il momento più bello di un’annata davvero sfortunata. Arrivato come valida alternativa sulla fascia destra si fa male alla vigilia dell’esordio del campionato, quando sarebbe toccato a lui partire titolare alla luce dell’infortunio di Beruatto e del dirottamento a sinistra di Birindelli. Invece da lì inizia un calvario che lo porta a giocare una sola partita da titolare, quella persa 1-0 in casa della Reggina. I numeri: 8 presenze, un gol.
Antonio Caracciolo 8,5: il suo brutto infortunio contro il Cosenza resterà uno dei grandi rimpianti di questa stagione. Si è confermato leader dentro e fuori dal campo con una personalità da vendere. Sicuro negli anticipi, puntuale nel colpo di testa e soprattutto sempre l’ultimo ad alzare bandiera bianca. Anche quando si spinge in avanti sa come incidere segnando due gol e propiziando l’autorete di Pedro Pereira nella gara vinta a Monza in campionato. Si è già operato al crociato e rientrerà in campo tra sei mesi, nei playoff è diventato il primo tifoso della squadra. Miglior nerazzurro della stagione. Gladiatore. I numeri: 37 presenze, 2 gol.
Maxime Leverbe 7: una prima parte di stagione eccezionale, un finale in grande difficoltà. Per buona parte del campionato ha portato sicurezza e qualità nella manovra dal basso, formando con Caracciolo una coppia di centrali ben assortita. Il suo calo di rendimento però è arrivato già prima dei playoff, e dell’infortunio di Caracciolo, dove ha commesso errori forse dovuti alla troppa sicurezza. Vedi quello che ha portato al 2-2 di Gytkjaer domenica scorsa. Per essere arrivato a costo zero dal Chievo Verona resta comunque una nota positiva e che merita la conferma. E’ il nerazzurro più utilizzato in campionato. Ha saltato solo la gara con il Cosenza al ritorno per squalifica e sei minuti nella vittoria per 2-1 con il Monza all’Arena dello scorso settembre. I numeri: 42 presenze, 0 gol.
Hjortur Hermannsson 6,5: al primo anno in Italia gioca quasi sempre sulla fascia destra per necessità, visto che è un centrale di ruolo ma è chiuso da Caracciolo e Leverbe. Probabilmente però la sua miglior partita la gioca proprio da esterno a Monza, nella gara di campionato, quando confeziona anche il cross per il gol di Puscas. Si sacrifica e al netto di una stagione di alti e bassi disputa un bel playoff, soffre solo nella finale di andata, giocando anche in condizioni precarie per un problema al tendine che gli fa saltare gara uno con il Benevento. Non ha l’eleganza di Caracciolo ma bada comunque al sodo. Trova anche il gol che fa sognare una città intera contro il Monza, dopo quello annullatogli la settimana prima in semifinale con il Benevento. Coriaceo. I numeri: 30 presenze, 1 gol.
Pietro Beruatto 7,5: a tratti è stato devastante sulla fascia sinistra. Rendimento più basso nella seconda parte di stagione, dopo una grande partenza, ma anche un playoff complessivamente positivo. Nella finale di Pisa ha giocato come ci aveva abituato per lunghi tratti della stagione. Corsa e cross a più non posso e infatti dal suo piede mancino partono ben sette assist vincenti, due nella gara decisiva. Roba da trequartisti. Le sue partite manifesto sono quelle con la Cremonese. All’andata perché segna il suo primo gol in nerazzurro e in serie B, dopo due stagioni a Vicenza, e al ritorno perché è perfetto in una delle migliori prove collettive della squadra. La Juventus con tutta probabilità se lo riporterà a casa per poi prestarlo in serie A. Se lo merita. I numeri: 39 presenze, 1 gol.