Questa settimana parliamo dei calciatori nerazzurri che sono stati protagonisti con la maglia azzurra. Anche se tra poco sta per prendere il via il secondo mondiale senza la nazionale italiana vogliamo ricordare i giocatori del Pisa che hanno avuto un rapporto con la maglia azzurra mentre vestivano il nerazzurro.
Campione del mondo a tutti gli effetti. L’unico campione del mondo che ha indossato la maglia del Pisa proprio quando giocava in nazionale è stato Sergio Bertoni in Francia nel 1938. In quell’estate passò al Genoa ma resta a tutti gli effetti un campione iridato del Pisa. Bertoni non è mai sceso in campo ai mondiali del 1938 vinti in finale dall’Italia per 4-2 sull’Ungheria. Mondiali passati alla storia per l’unica gara giocata dall’Italia in maglia nera, siamo in piena dittatura fascista con le leggi razziali alle porte, nel quarto di finale vinto 3-1 con la Francia. Parlando di Bertoni va detto che la diatriba sul fatto che un giocatore convocato ma mai utilizzato in campo possa considerarsi campione del mondo è andata avanti per anni. Solo in tempi recenti la Fifa ha deciso di dare il titolo anche a chi non ha mai giocato durante la fase finale. E giustamente Bertoni è un campione del mondo a tutti gli effetti. Con l’orgoglio di esser stato convocato pur giocando in serie B. Anche Giovanni Galli, pisano che però non ha mai indossato la maglia del Pisa, ha conquistato il titolo mondiale come terzo portiere nel mitico Mundial del 1982 in Spagna. Quello dell’urlo di Marco Tardelli, pisano doc e cresciuto nel San Martino e poi nel Pisa, dopo il momentaneo 2-0 nella finale vinta 3-1 con la Germania Ovest.
Gli olimpionici del 1936. Bertoni ha vinto anche, stavolta da protagonista, la medaglia d’oro alle olimpiadi di Berlino del 1936 in una nazionale senza i big del mondiale del 1934 ma che il commissario unico Vittorio Pozzo aveva formato puntando anche su calciatori di serie B proprio come Bertoni. Assieme all’attaccante nerazzurro c’era anche l’interno Carlo Biagi che è uno dei pilastri del Pisa allenato da Josefz Ging, tornato in quella stagione per la terza volta sulla panchina nerazzurra, che ha chiuso il campionato cadetto con un brillante quinto posto nel girone A vinto dalla Lucchese. A Berlino l’Italia supera con grande difficoltà il primo turno, 1-0 con gol di Annibale Frossi agli Stati Uniti, poi si scatena con un 8-0 al Giappone dove proprio il nostro Biagi segna ben quattro gol. E’ la più grande performance di un calciatore nerazzurro in una singola partita in nazionale. L’Italia batte 2-1 la Norvegia in semifinale e conquista l’oro piegando 2-1 l’Austria in uno Olympia stadion strapieno. Biagi e Bertoni sono titolari e giocano entrambi una bella partita. Bertoni, che ha esordito con il Giappone, mette lo zampino nel primo gol di Frossi, gran tiro respinto dal portiere Kainberger, e anche sul secondo quando lo manda in rete grazie a una finta che disorienta gli avversari. Quelle olimpiadi furono strumento di propaganda del regime nazista di Hitler e sono passate alla storia per i quattro ori dell’afro americano Jesse Owens. Proprio in quelle olimpiadi Owens diventerà grande amico del suo rivale tedesco Lutz Long che riuscirà a battere nel salto in lungo. Il tedesco perderà la vita durante la seconda guerra mondiale che vide sul fronte anche Owens.
La doppietta di Johnny. Il primo giocatore del Pisa ad andare in gol con la maglia della Nazionale è stato l’attaccante italo scozzese Giovanni Moscardini detto Johnny che segna una doppietta nell’amichevole Italia-Francia del 22 marzo 1925. Unica partita giocata in nazionale durante la sola stagione giocata a Pisa nel 1924-25. Una stagione che lo vide protagonista con 18 reti nel campionato di prima divisione a gironi, il corrispettivo dell’attuale serie A, concluso al quinto posto. Moscardini è nato nel 1897 a Falkirk, in Scozia, ma è originario di Barga, in provincia di Lucca, dove gli è stato intitolato lo stadio locale. Durante la prima guerra mondiale lascia la Scozia per arruolarsi nell’esercito italiano. Sarà uno dei feriti nella battaglia di Caporetto. Dopo la guerra gioca con Barga, Lucchese, Pisa e Genoa. Con la Nazionale disputa nove partite realizzando sette reti. Le ultime proprio contro la Francia. Dopo il ritiro torna in Scozia e muore all’età di 88 anni a Prestwick nel 1985.
Il sogno di Baldieri. L’ultimo convocato con la maglia della nazionale è stato Lamberto Piovanelli che il 22 dicembre 1990 è rimasto in panchina a Cipro nella gara vinta 4-0 dall’Italia di Azeglio Vicini nella gara valida per le qualificazioni agli europei del 1992. Piovanelli dopo una settimana si farà male contro la Lazio, dopo un fallo di Domini, e quella resta la sua unica convocazione in azzurro. L’ultimo giocatore del Pisa che ha sfiorato la convocazione ai mondiali è stato Paolo Baldieri che era stato preso in cosiderazione da Enzo Bearzot per i mondiali del Messico nel 1986. Quelli in cui l’Italia partecipa come campione del mondo in carica. Il 16 novembre 1985 Baldieri è in panchina a Chorzow nell’amichevole persa 1-0 con la Polonia. Non entra e il debutto sembra solo rinviato ma in realtà non sarà così. Bearzot punta sulla vecchia guardia e tra le new entry chiama solamente Gianluca Vialli. Baldieri dopo la trasferta in Polonia prende subito l’aereo e vola a Pisa dove il 17 novembre, esattamente 37 anni fa, si siede in panchina nella finale di Mitropa Cup con il Debrecen. Entra e per poco non segna. Finisce 2-0 per il Pisa nel frigorifero dell’Arena con gol di Colantuono e Kieft. E’ il primo alloro internazionale dei nerazzurri. In quel caso tinti dall’azzurro di Baldieri che in quel momento è anche una stella della nazionale Under 21 di Azeglio Vicini. Purtroppo anche lì il sogno di un gruppo di giovani fortissimi, molti di questi giocheranno il mondiale del 1990, si spegne quasi un anno dopo con la finale dell’europeo persa ai rigori con la Spagna. Con Baldieri che intanto è tornato alla Roma. Per Baldieri resta però l’orgoglio di aver fatto parte di una generazione di fenomeni.