Esattamente 30 anni fa, 4 giugno 1991, il Pisa giocava l’ultima finale di Mitropa Cup della sua storia. Potevano essere tre i successi nerazzurri se l’arbitro austriaco Wagner al 93’, a quei tempi non esisteva ancora il recupero con la lavagnetta, non concedeva un rigore a dir poco dubbio al Torino che pareggiava con Martin Vazquez il vantaggio nerazzurro di Polidori. Poi ai supplementari i nerazzurri dominano ma subiscono il definitivo 2-1 sempre a pochi istanti dal fischio finale, puniti da Carillo. Un’autentica beffa che fece infuriare il presidente Anconetani e chiuse nel peggiore dei modi una stagione che vide la retrocessione in B del Pisa.
Con i giocatori della stagione successiva nel giorno di Leo Junior. Quella edizione Mitropa Cup era stata l’occasione per vedere all’opera alcuni giocatori in vista della stagione 1991-92. Il Pisa arriva in finale dopo aver vinto il girone B, disputatosi all’Arena Garibaldi, con lo 0-0 sul Bohemians Praga e il 4-1 sul Rad Belgrado che permette ai nerazzurri di passare per la miglior differenza nei confronti del Bohemians. Con il rad segna il futuro attaccante nerazzurro marco Ferrante e completano la rimonta una doppietta di Fiorentini e un gol di Chamot. Tra i futuri nerazzurri in campo per la finale del Delle Alpi ci sono anche l’altro attaccante Polidori, arrivato dal Pergocrema, il difensore Dondo, dal Pavia, e il cavallo di ritorno Mirko Taccola, tornato dal prestito al Pescara che sarà schierato da Giannini come terzino sinistro. Il Torino invece è tornato in Europa ma non sorride. Il presidente Borsano si arrabbia con i giornalisti smentendo di aver ceduto la società comprata due anni prima. In quel clima Luciano Moggi, diesse granata di allora, tessera il grande ex Leo Junior per giocare la Mitropa in quello che diventa il primo addio al calcio del grande centrocampista brasiliano, visto che un anno dopo ci ripenserà e sarà protagonista con il Flamengo tanto da tornare in Nazionale a 39 anni.
Aspettando Vasco segna Polidori. Al Delle Alpi lo stadio è praticamente deserto con una sparuta presenza di tifosi nerazzurri. Sotto la curva Scirea si nota un mega palco da concerto. Infatti fervono i preparativi per l’arrivo di Vasco Rossi, l’8 giugno, che sta iniziando una delle sue tournee più intense negli stadi italiani. Entrambe le formazioni giocano con le seconde linee, il Pisa è orfano di Padovano e Piovanelli ormai in partenza verso Napoli e Juventus, ma anche di Larsen e Simeone, che di lì a poco vincerà la Copa America con la Nazionale Argentina. Tra gli stranieri gioca il solo Chamot. La partita è giocata a ritmi blandi. Il Torino ci prova e coglie anche un palo nel primo tempo di Policano. Il Pisa comunque controlla bene si prende pochi rischi e colpisce al momento giusto. A sei minuti dalla fine proprio Leo Junior sbaglia un retropassaggio semplice e mette Polidori davanti a Di Fusco, il giovante attaccante segna con un diagonale di destro e riceve l’abbraccio dei compagni. Sembra fatta. Il Torino è nervoso e resta anche in 10 per un brutto fallo di Policano su Taccola, poi sostituito da Baldini, a gioco fermo. Il recupero non viene deciso come ora, resta a discrezione dell’arbitro Wagner che decide di far giocare fino al 94’ in maniera incomprensibile con 4 cambi in totale. Il Pisa tiene botta e spazza qualche pallone come si usava una volta. Ma è molto pratico e solo una magia di qualche gioiello granata può mettere in discussione la vittoria.
La doppia beffa. Quando il cronometro ormai segna il minuto 93 il nuovo entrato Brunetti si avventa in area su un lancio da centrocampo di Fusi, Fiorentini lo anticipa senza problemi e passa la palla a Simoni. Brunetti va a terra ma non protesta, l’anticipo è netto e solare, ma Wagner indica il dischetto. Il Pisa protesta il giusto ma Anconetani a fine gara è una furia: < E’ l’ultima volta che iscrivo il Pisa in una manifestazione portata da me agli onori del mondo>. Il rigore lo calcia Martin Vazquez. In porta c’è Simoni, che in campionato gli ha già neutralizzato un penalty all’Arena. Lo spagnolo calcia sulla destra del numero uno pisano che intuisce ma non trattiene. Si va ai supplementari. Il Pisa è indiavolato e va più volte vicino al gol. Anche se l’over time lo guarderanno solo i cinquemila del Delle Alpi visto che la Rai toglie la diretta per dare spazio al telegiornale privando gli sportivi dei 30 minuti più palpitanti del match. Di Fusco para tutto e quando non ci arriva lui Annoni salva sulla linea un tiro a colpo sicuro di Ferrante. Il Pisa domina ma al 119’, quando ormai i rigori sembrano cosa fatta, arriva la seconda beffa: azione insistita tra l’altro brasiliano Amarildo, del Cesena ma in prova ai granata, e Junior, il numero 5 riscatta l’errore sul gol nerazzurro e serve Carillo che segna a porta vuota sotto la Maratona. Junior alza la Coppa e il Pisa schiuma rabbia vedendo sfumare la sua terza Mitropa. E’ l’inizio della fase finale dell’era Anconetani.