Gian Piero Ventura è stato protagonista di una lunga e dettagliata intervista andata in onda su 50 Canale nel corso della trasmissione “Il Neroazzurro“. Potete rivederla a questo link che rimanda al sito dell’emittente pisana.
Questi alcuni passaggi iniziali dell’intevista. In apertura un commento sulla decisione di chiudere con la carriera di allenatore: “Portata avanti per 37 anni in maniera praticamente ininterrotta. Ma non mi divertivo più. Ho tolto moltissimo tempo a me e alla mia famiglia e proprio riflettendo su questo aspetto ho preso questa decisione. Relativamente al campo sicuramente, se dovesse esserci un’occasione in un’altra veste la valuterei: se c’è una cosa che non mi si può contestare è di aver lanciato decine e decine di calciatori“. Si pasa dunque a parlare del Pisa: “Non amo molto i ricordi ma quando c’è stata la possibilità di parlare di Pisa ho subito dato la disponibilità. E’ stato un piccolo grande pezzo della mia vita sportiva ma non solo, ho tanti amici a Pisa anche al di fuori dal campo. E molti tifosi che ancora mi chiamano. Il ricordo è indelebile: della nostra partenza, dello stadio stracolmo, di tanti addetti ai lavori che venivano a vederci, della costruzione di tanti calciatori – sia giovani che meno giovani – che avevano dato massima disponibilità. C’è un grande affetto nei confronti di Pisa città, tifoseria e squadra“. Ventura prosegue parlando del celebre trio Cerci–Castillo–Kutuzov: “Sono 3 giocatori che abbiamo voluto io e Petrachi. Castillo giocava e non giocava a Frosinone, Petrachi mi fece vedere un po’ di cassette e pensai che con un po’ di lavoro avrebbe fatto una grande crescita. Kutuzov è vero che veniva dal Milan ma era sottovalutato, aveva fatto una retrocessione con l’Avellino ed altre disavventure. E poi Cerci dopo la primavera della Roma, aveva giocato poco a Brescia. Tutti lo definivano come un po’ “particolare” ma se lo capisci ha qualità. Siamo riusciti a metterli insieme tutti e 3 con caratteri e caratteristiche diverse e direi che ci siamo divertiti ed abbiamo fatto divertire“. Alle spalle però non c’era una società solida: “No. Non vorrei entrare troppo nel merito. E’ stata una grande delusione, non solo per il comportamento quanto per le aspettative a parole. Io, Petrachi ed i calciatori ci eravamo tuffati in questa avventura pensando di avere una società con le nostre ambizioni, in realtà erano di altra natura e c’è stata un epilogo che sarebbe dovuto essere diverso. Ma non intacca la bellezza dell’annata e le gioie vissute“. Sulla gestione successiva iniziata nell’estate 2008: “Meglio stendere un velo pietoso” afferma Ventura che elogia Giuseppe Corrado: “Non lo conosco personalmente ma me ne parlano molto bene. Ha capito perfettamente la maniera giusta di fare calcio, senza acquisti insensati ma con una progettazione lungimirante“.
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