E’ un Pisa al bacio quello visto allo stadio che una volta si chiamava Brianteo. Uno stadio che spesso sorride al Pisa come in questo 2-1 che non ammette repliche. L’ultima volta che i nerazzurri hanno perso in Brianza sette giorni dopo è arrivata la promozione in B del 17 giugno 2007. Una data indimenticabile per i tifosi del Pisa e, in senso opposto, anche per quelli del Monza. Knaster vince la sfida dei proprietari milionari con Berlusconi ma soprattutto D’Angelo, nel giorno della centesima panchina in serie B, vince il duello degli allenatori con Stroppa. Sotto il punto di vista tattico ma soprattutto su quello della determinazione e delle occasioni create. Rispondendo con i fatti a chi accusa il Pisa di essere forte solo nel gioco di rimessa. Il Pisa non solo è stato al centro del ring ma le ha date di santa ragione a una signora squadra che forse però si regge più sulle fiammate dei singoli e meno sulla compattezza del collettivo. Su sponda pisana chi va in campo sbaglia poco o nulla anche chi resta in panchina è utile. Perché chi gioca meno, nessuno escluso, non discute, non litiga, non fa polemica ed esulta quanto e forse di più di chi va in campo. Anche da questi particolari si vede una grande squadra. Una squadra che fin dall’inizio è lì, che si gioca un sogno. A testa alta, altissima.
Ritmo da serie A. Che queste sono partite che lasciano il segno lo si è capito da quando Maresca ha fischiato l’inizio del match. Tattica sì, ma zero tatticismi. Le squadre si affrontano a viso aperto. L’inutile argomentazione sui moduli che spesso fa spremere le meningi agli scienziati del calcio passa in secondo piano grazie all’atteggiamento di entrambe. E’ il Pisa che si prende la briga di fare le prime mosse, tiro di Marin respinto da Di Gregorio e occasione potenziale sprecata da Touré, a costo di prendersi rischi e finire al tappetto. Così è purtroppo, perché alla prima occasione il Monza punisce il Pisa ribaltando il fronte d’attacco e trovando anche un pizzico di fortuna quando Caracciolo, unica incertezza di una partita super, respinge corto su Valoti che infila un Nicolas non perfetto nell’occasione. L’abilità di un pugile è quella di saper incassare, rialzarsi e guardare avanti. E’ quello che fa il Pisa che sfiora il gol con Beruatto ma riprende a comandare le operazioni. Si fanno male Touré e D’Alessandro. Due perdite importanti per entrambe le squadre. Stroppa perde l’uomo che poteva mettere più in difficoltà Hermannsson, e che ha avviato l’azione del gol brianzolo, e inserisce Pirola nella difesa a tre alzando Carlos Augusto come esterno sinistro a centrocampo. D’Angelo inserisce Mastinu che a conti fatti risulterà tra i migliori in campo dopo l’alieno Puscas. Il pari nerazzurro arriva subito dopo i cambi forzati. Il cross di Hermannsson passa in mezzo al traffico dell’area monzese ma Puscas fa il vigile, controlla e spedisce il pallone in rete. Il primo in nerazzurro. Strameritato per la miriade di tiri nello specchio della porta fatta nel giro di una manciata di partite. Il ritmo è da serie A. Il Pisa va più vicino al gol rispetto ai padroni di casa sostenuto da un Puscas che trovi ovunque, da Sibilli, da Mastinu, da Nagy e dalla spinta di Beruatto ed Hermannsson ma anche dal lavoro di sacrificio di Torregrossa e dei centrocampisti. Si torna ad attaccare in sette, otto giocatori come spesso accadeva nella prima parte di stagione. Difensori compresi. Il Monza chiude bene nei minuti di recupero e Nicolas riscatta l’incertezza iniziale sul colpo di testa di Mota Carvalho.
La personalità di segnare, giocare e concedere poco. Nella ripresa la gara resta più o meno sulla stesso ritmo e sullo stesso canovaccio fino al gol partita che arriva a metà tempo. Subito Carlos Augusto schiaccia di testa alto su un cross da destra di Pedro Pereira, poi Hermannsson, complice una deviazione, sfiora il palo su passaggio di Puscas. Occasioni da una parte e dall’altra ma Pisa più brillante e che trova nuova linfa dall’ingresso di Benali che prende il posto di un Sibilli che ha dato tutto e a l quale, per questione di centimetri, è mancato solo il gol. La rete del sorpasso arriva da un corner di Mastinu, toccato di testa prima da Caracciolo e poi da Pedro Pereira. Ma il il merito è di Caracciolo che ancora una volta si trova in area avversaria come con il Vicenza. La palla gonfia la rete e da quel momento il Pisa mette una concentrazione e una determinazione ai massimi livelli per limitare lo sforzo offensivo del Monza a qualche sporadica mischia in area. Il Pisa tiene botta senza affanno agli attacchi dei padroni di casa. Bravo Birindelli , che era subentrato per Beruatto, a tenere lontano Pedro Pereira. Bravo a tener palla Siega, subentrato nel finale a Marin, nonostante l’errore sotto porta che eviterebbe l’apnea finale su passaggio del solito Puscas. Nella grande fase di non possesso nerazzurra si vede poco Lucca che non ha lo stesso impatto di Torregrossa nel lavoro sporco. E anzi perde qualche pallone di troppo, nonostante l’impegno e la generosità non siano in discussione. In difesa Hermannsson sforna la sua miglior partita e Caracciolo e Leverbe sono sempre Caracciolo e Leverbe, ovvero la coppia più bella del mondo. In pratica la squadra è praticamente perfetta fino alla fine perché si difende senza essere difensivista e quando ha la palla tra i piedi gli altri la vedono poco. Di contro gli ingressi del Monza portano poco alla causa di Stroppa che di certo le ha tentate tutte. Il pisano Favilli si è visto poco, non che Mancuso abbia fatto molto di più, e anche l’inserimento nel finale di Gytkjaer al posto di Mota Carvalho non ha portato peso all’attacco. Vittoria bellissima, stramerita, senza macchie. Con Alexander Knaster che assieme al fidato Marco Lippi e al presidente Giuseppe Corrado festeggia sotto la curva pisana. Un bel modo di celebrare il compleanno del patron nerazzurro. Forse è destino che con il Monza per i nerazzurri sia sempre un giorno perfetto.