Un po’ come la canzone vincitrice di Sanremo 2022 è un Pisa da brividi. Non tanto per il freddo o per le emozioni, che comunque ci sono state, ma per aver rischiato di pareggiare una partita già vinta. Il successo è meritato ma la squadra ha mostrato un po’ di ansia da mancanza di risultati. Come ha ammesso lo stesso D’Angelo. Sia nell’approccio alla gara, il primo pericolo lo ha creato Maric, sia nella gestione del finale. E’ vero che Nicolas dopo aver subito il 3-2 definitivo non ha dovuto effettuare parate difficili, ma la squadra ha fatto fatica ad uscire palla al piede con sicurezza. Proprio per questo motivo la vittoria è ancora più importante. Questi tre punti potrebbero far ritrovare la consapevolezza di essere forti.La classifica non mente, e nonostante il Pisa abbia 8 punti in meno rispetto al girone d’andata è sempre lì a due punti dalla promozione diretta. Segno che lo merita.
I tre tenori. In questa volata finale potrebbero incidere in maniera fondamentale Puscas, Benali e Torregrossa. Nell’ordine i tre marcatori del primo tempo di ieri sera. Non solo i gol ma il trio ha mostrato una grande intesa deliziando il pubblico con giocate belle ma al tempo stesso concrete. Il primo gol nasce da un rinvio di Leverbe sul quale Torregrossa prolunga di testa per Benali che vede in corridoio Puscas, il romeno mette a sedere Festa e deposita in rete. Freddezza e tecnica ai massimi livelli. Puscas poi sbaglia il possibile raddoppio su assist di Siega, dopo un’altra azione nata da Benali, ma è sempre nel vivo del gioco. Il raddoppio nasce da una giocata superba di Mastinu, colpo di tacco a smarcare Benali, e si conclude con il gol del grande ex che chiude alla perfezione un triangolo con Torregrossa. Mancava il primo gol su azione dell’ex Sampdoria e arriva puntuale al 45′ quando ancora una volta è Benali ad allargare a sinistra per Beruatto che mette al centro, Festa non trattiene e Torregrossa segna da vera punta. Lui e Puscas però non riusciranno a concretizzare il possibile 4-0 a inizio secondo tempo, nato da un’azione insistita di Leverbe. Demerito degli attaccanti ma merito a Cuomo che respinge sulla linea. Al contrario del primo tempo il Pisa aveva approcciato bene la ripresa ma dopo un’ora di gioco la partita cambia improvvisamente il suo volto.
La paura e l’orgoglio. Le sostituzioni danno un po’ di coraggio al Crotone. Modesto inserisce Schnegg per Marras, comunque tra i più attivi e pericolosi nel primo tempo, e Mogos per Calapai dopo aver cambiato qualcosa in attacco con Mulattieri, si è visto poco come il suo compagno di Under 21 Lucca, al posto di Schirò. A quel punto Maric è arretrato sulla linea dei trequartisti e qualcosa di più il Crotone lo ha combinato. Il primo gol arriva su una punizione dubbia fischiata ad Hermannsson, subentrato al posto di Caracciolo, che viene anche ammonito da Cosso. Il giallo costerà la squalifica contro il Pordenone all’islandese. Merito però a Mogos di aver segnato anche se Nicolas forse poteva fare qualcosa di più. D’Angelo inserisce anche Lucca e Nagy per Mastinu e Torregrossa ma il centrocampo inizia a fare meno filtro con Marin e Siega. Sulle fasce Birindelli soffre Schnegg e Beruatto fa fatica con Mogos anche se quando il Crotone va per vie centrali non sfonda mai sia per la poca concretezza dei suoi attaccanti sia per l’attenzione dei centrali nerazzurri. La gara però torna in bilico sempre sugli sviluppi di una palla inattiva che porta alla bella girata di sinistro del difensore Cuomo. Psicologicamente è il momento più difficile. C’è la consapevolezza che se vieni raggiunto dalla penultima diventa dura pensare a qualcosa di grande e quindi il pallone inizia davvero a scottare. Esce un ottimo Benali per Gucher e poi anche Siega, esausto, per Touré. La cosa positiva è che tolto un tentativo di Golemic , che nell’occasione chiede un rigore che non c’è per un presunto tocco di mano di Nagy, il generoso Crotone non concretizza i propri sforzi e il Pisa la porta a casa con merito. E anche con l’orgoglio di chi vuol gridare al campionato un messaggio importante: noi siamo ancora qua e ce la vogliamo giocare fino all’ultima giornata.