Il gol di Sibilli è un missile terra-aria sparato nel cielo del campionato. Il messaggio è chiaro e comprensibile per gli avversari: per andare in A bisogna fare i conti con il Pisa. I nerazzurri hanno vinto tutti gli scontri diretti con le squadre dal secondo al quinto posto, tre in casa più quello di Brescia, e nell’ultimo mese la solidità della squadra è cresciuta ulteriormente.
Il collettivo paga sempre. Se i nerazzurri da molti non sono riconosciuti, nonostante il primato, la migliore squadra a livello tecnico sono di gran lunga la migliore in fase di non possesso. Sì , perché la squadra di D’Angelo gioca un calcio collettivo dove tutti difendono insieme e tutti sono pronti a ripartire. Il Lecce è stato più brillante nel palleggio ma le occasioni più pericolose le ha create il Pisa che ha meritato soprattutto per l’approccio al secondo tempo. Un quarto d’ora d’alta intensità in cui ha messo in difficoltà la squadra di Baroni ed è riuscita a concretizzare per poi conservare il risultato con una gestione intelligente al netto di qualche comprensibile brivido. Scacciando anche le paure dei gol beffa nei minuti di recupero subiti a ottobre contro Pordenone e Cremonese. La squadra si è dimostrata ieri e in questo mese non dipendente dalla vena di Lucca, subentrato nella ripresa, che nelle prime sette partite è stata la ciliegina sulla torta ma dopo la sosta di novembre la squadra ha dimostrato di saper tornare a vincere anche senza il suo gioiello non al massimo della forma. E di saper vincere anche con o senza Cohen, uno degli acquisti più costosi della B, segno che se è vero che a gennaio servirà qualche rinforzo è altrettanto vero che tutti, nessuno escluso, stanno facendo la loro parte. Ed è significativo che i gol pesanti li segna ancora una volta Sibilli che come a Brescia si alza dalla panchina, stavolta dopo venti minuti per sostituire Mastinu, e decide la partita con il suo destro.
Difesa batte attacco. Nella sfida di ieri una nota di merito va sicuramente ad Alessandro Livieri. Il portiere milanese ha saputo di debuttare in B solo nel riscaldamento quando Nicolas dopo aver fatto un tentativo ha dato forfait a causa di una botta rimediata a Como. Lui si è dimostrato sempre attento e sicuro nelle uscite e nei rari tiri nello specchio di una squadra che, è giusto ricordarlo, non perdeva da 15 partite. La difesa è stata brava a concedere poco o niente all’attacco più forte della B, 29 gol all’attivo, che doveva fare a meno di Coda, 8 gol, ma aveva in campo il capocannoniere del torneo Strefezza e un altro brutto cliente come Di Mariano. Senza contare che uno dei punti di forza del Lecce sono gli inserimenti e il Pisa li ha ridotti ai minimi termini. Baroni nel finale le ha tentate di tutte inserendo tra gli altri il talentuoso Rodriguez, Listowski e Gallo, che quanto meno ha portato più spinta sulla fascia, ma non è riuscito a scardinare la miglior difesa del torneo. Guidata al centro dagli Starsky & Hutch del campionato, Leverbe e Caracciolo, e sulle fasce sostenuta da Birindelli e Beruatto che hanno gestito bene entrambe le fasi. Il ritorno di Birindelli dopo il turno di squalifica è stato importante, senza nulla togliere ad Hermannsson, mentre Beruatto è stato bravo soprattutto nel periodo di maggior spinta del Pisa a inizio secondo tempo e sui calci piazzati. Beruatto è stato protagonista anche dei due casi da Var nelle due aree. Orsato alla fine ha preso le decisioni giuste, unico neo il mancato rosso a Hjulmand nel primo tempo per una brutta entrata su Marin.
Mister concretezza. Ma la chiave non sta solo nella difesa. Il Pisa non è squadra difensivista e quando trova campo gioca che è un piacere per gli occhi. Proprio Marin poteva sbloccare la gara dopo quattro minuti servito da uno splendido colpo di testa di Masucci che anche senza segnare ha vinto il bel duello con Lucioni. Un’altra mossa azzeccata da D’Angelo quella di puntare sui brevilinei rinunciando in partenza a Lucca. Masucci ha corso per undici e ha dato anche qualità. Il centrocampo ha anche sofferto, soprattutto Touré nel primo tempo, ma Marin è stato come sempre all’altezza della situazione con Gucher prezioso a livello tattico, anche se meno brillante rispetto a Como, e Nagy è cresciuto nel finale servendo una palla gol a Sibilli che sbaglia sempre le cose più facili dopo aver fatto quelle più difficili. Buono anche l’impatto di Marsura, anche lui poteva chiudere meglio un contropiede nel finale, e se contiamo anche un tiro centrale di Lucca da buona posizione abbiamo la prova certa che il Pisa crea e non solo conserva. Anche quando si trova in vantaggio. Se poi ci mettiamo che da due partite le parate più difficili dei portieri nerazzurri vengono vanificate dal fuorigioco degli avversari, ieri Livieri era stato bravo su Di Mariano, il dado è tratto. D’Angelo giustamente non si lascia andare ma sul primato nerazzurro la sua mano c’è. E si vede chiaramente. E’ sempre presto per dare giudizi definitivi ma per ora il campionato sta dicendo questo. Sabato prossimo D’Angelo e la squadra saranno chiamati alla prova più difficile. Confermarsi in casa di una squadra in zona playout e con mille difficoltà con il Cosenza. Finora il Pisa ha steccato proprio con le piccole, superare anche l’esame del San Vito-Marulla sarebbe un altro step importante nella lotta per la promozione in A.