Solo chi combatte cade e si rialza. Il Pisa ha perso la finale playoff a casa sua, ai supplementari. Dopo una gara ad altissima intensità e soprattutto dopo aver dato tutto fino all’ultima goccia di sudore. Perdere fa male ma stavolta non si aprono scenari funesti. Ci sarà da ripartire e pianificare un grande campionato ma la proprietà è forte, ieri in tribuna c’era Alexander Knaster, e ci sono tutte le carte in regola per fare bene. Il quadro sarà più chiaro dopo l’incontro tra D’Angelo e la società. Prima però dobbiamo riavvolgere il nastro alla partita di ieri sera per l’ultimo racconto di una stagione lunga 42 partite. Quella che al 90′ è una vittoria per 3-2 ma, purtroppo, ai supplementari diventa una sconfitta per 4-3. Il Monza va per la prima volta nella sua storia in serie A, 110 anni, Pisa prolunga l’attesa a 32 anni d’astinenza dalla massima serie. L’Arena presentava un colpo d’occhio davvero da serie A e un parterre d’eccezione in tribuna. Non solo Vip ma anche tanti ex a tifare la squadra. Ciotola e Morello, decisivi nel 2007 proprio contro il Monza, uno in attacco e l’altro in porta, sono tra i più scatenati.
Emozioni fin dal via. Il fatto emozionale vince spesso su quello tecnico ma stavolta non è così. La gara, soprattutto per chi la osserva dall’esterno, è bellissima e spettacolare. Fin dall’inizio quando dopo l’inno di Mameli cantato da Yuman il Pisa scatta dai blocchi molto meglio del Monza. Che resta sul posto. Passano 45 secondi, il tempo di una finale olimpica dei 400 metri piani, che il Pisa passa in vantaggio con Torregrossa che approfitta di un’incertezza di Pirola su cross da sinistra di Beruatto e va ad esultare sotto la Curva Nord. Sulle ali dell’entusiasmo, con la spinta del pubblico, il Pisa ritrova energie che sembravano perse prima del gol all’andata di Berra al 93′. Non è ancora scoccato il decimo minuto che Hermannsson, ottima la sua prova, gira in rete di testa sul solito centro da sinistra di Beruatto sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Adesso il Pisa è avanti anche nel computo totale ma al 19′ Machin svaglia il MOnza bruciando sul tempo Leverbe dopo un passaggio di Dany Mota. Il Pisa contesta per un tocco di mano di Carlos Augusto ma l’arbitro Mariani convalida. La gara si gioca un ritmo pazzesco e al 26′ viene ammonito Birindelli che ferma con un fallo di mano un’apertura di Ciurria. Il Monza voleva il rosso ma Mariani coferma il giallo dopo consulto al Var. Nicolas è bravo ad alzare sopra la traversa un colpo di testa di Marrone. Nessuno si risparmia in campo e la domanda che si fanno tutti all’intervallo è se entrambe le squadre possono arrivare così fino in fondo
La grande illusione di Mastinu. Nella ripresa si parte a ritmi più bassi, ma neppure troppo. Il Monza ci prova da lontano al 8′ con l’ex Barberis, il suo tiro si perde alto. E’ davvero una battaglia in tutte le zone del campo su ogni pallone. Machin, mossa di nuovo azzeccata da Stroppa, e Leverbe finiscono sul taccuino di Mariani. Il francese del Pisa stende Dany Mota poco fuori area. Sulla punizione violenta di Barberis è bravo Nicolas a respingere. Al 16′ arriva il primo momento decisivo della gara: su un rinvio dalle retrovie Caldirola sbaglia il rinvio di testa, Puscas si trova davanti al portiere ma coglie in pieno la traversa. Il romeno poteva essere l’uomo playoff ma in quattro partite non ha trovato l’acuto. D’Angelo toglie Siega e Torregrossa per inserire Mastinu e Lucca. Stroppa qualche minuto dopo risponde con Gytkjaer al posto di Ciurria. E’ la mossa decisiva, come all’andata. Al 79′ da un disimpegno sbagliato di Leverbe nasce l’azione che porta al pari del danese. All’Arena ci sono più di 30 gradi ma sembra di essere a Helsinki il giorno di Natale. Adesso il Monza è avanti nel computo delle due gare. D’Angelo prova il tutto per tutto inserendo Benali e Cohen per Marin e Sibilli. Intanto Nagy viene ammonito per un fallo su Dany Mota e poco dopo lascia il posto a Masucci. Il Pisa ha in campo tre attaccanti e un trequartista. Inevitabile sbilanciarsi ma il cuore nerazzurro è davvero grande. Al 90′ Leverbe lancia in area, la difesa ospite respinge e la palla arriva perfetta a Mastinu che calcia in rete fa esplodere di nuovo un’Arena letteralmente in apnea. E’ il 3-2 che porta il Pisa ai supplementari. Anche se in quei cinque minuti di recupero con tutto lo stadio che grida “un gol” il Pisa butta ancora la palla in area. Ma il gol non arriva. La speranza però è ancora viva
La differenza in panchina. Nell’over time le squadre possono fare un altro cambio. D’Angelo riequilibra una squadra zeppa di attaccanti togliendo Puscas per De Vitis che va a centrocampo. Stroppa toglie il difensore Pirola per il centrocampista Colpani. D’Alessandro corre come uno sprinter e spacca la partita. Non ci sono i mezzi per fermare la controffensiva monzese che assorbito il gol di Mastinu torna a spingere e in cinque minuti mette a segno l’uno-due che fa male. Al 96′ Molina ha lo spazio per crossare in area, la difesa si perde il difensore Marrone che stavolta segna. Il Pisa ha cuore ma poche forze fisiche e la concentrazione inevitabilmente inizia a vacillare. Birindelli sbaglia un disimpegno e serve a Gytkjaer la palla del 3-4 che porta il Monza in serie A. Nel secondo tempo supplementare si gioca poco nonostante il Pisa provi generosamente a riaprirla anche se servono due gol per andare ai rigori. I nerazzurri chiedono un penalty per un mani di Caldirola che appare netto e poteva riaccendere gli ultimi cinque minuti. Mariani non lo concede e il sogno svanisce. Il Monza esulta, il Pisa piange. Ma esce da questi playoff ancora più forte e con il popolo dell’Arena che applaude i suoi beniamini. Sono applausi meritati che forse non asciugano subito le lacrime ma confermano quanto D’Angelo e la squadra hanno fatto innamorare una città intera. Ci rialzeremo, più forti di prima.