Il 17 novembre è il giorno in cui il Pisa, nel 1985, ha conquistato il suo primo alloro internazionale. La Mitropa Cup battendo all’Arena per 2-0 gli ungheresi del Debrecen. Ma quella odierna è una data impressa nella memoria dei tifosi nerazzurri anche per uno dei derby più attesi giocati in casa del Livorno (nella foto l’articolo del quotidiano “Il Tirreno” il giorno seguente). Il 17 novembre del 1996, esattamente 25 anni fa, la sfida eterna tra livornesi e pisani tornava a disputarsi su un campo di calcio dopo quasi 18 lunghissimi anni.
Un’attesa spasmodica. In quel momento l’ultima sfida giocata a Livorno è quella del 3 dicembre 1978. Vittoria nerazzurra per 1-0 con gol di Barbana nella stagione del ritorno in serie B. Quel successo è ancora oggi l’ultimo raccolto dal Pisa all’Armando Picchi. In mezzo ci sono anni fantastici per il Pisa sotto la presidenza di Romeo Anconetani e molto difficili per il Livorno che il 2 agosto 1991 viene cancellato dal calcio professionistico ed è costretto a ripartire dall’Eccellenza. Una maglia e un adesivo dei Rangers Pisa recitava “Il mondo è fatto a scale, c’è chi scende, c’è chi sale e c’è chi ruzzola”. Purtroppo la stessa sorte, e gli sfottò dell’altra parte, toccano al Pisa il 2 agosto del 1994. In due anni i nerazzurri, rilanciati dalla presidenza di Gerbi e Posarelli, riagganciano i cugini, prima con il ripescaggio nel C.n.d poi con la vittoria del campionato sul campo dopo un triello lungo una stagione intera con l’Aosta di Zaniolo padre e la Biellese del fratello di Giannini. Il Livorno per tre anni di fila hanno visto sfumare il ritorno in C1 dopo campionati di alta classifica, l’ultima beffa la sconfitta a Ferrara con la Fermana ai rigori, e inizia la stagione 1996-97 con l’obiettivo di vincere il campionato, mentre il Pisa ha il ruolo dell’outsider di lusso. C’è grande attesa tanto che il giorno dell’uscita dei calendari , il 9 agosto, i tanti tifosi che sono fuori Pisa per le vacanze estive o per impegni personali si attaccano al telefono per chiamare casa e chiedere semplicemente le due date dei derby. Negli anni il tifo è cambiato rispetto a quello spontaneo e rudimentale degli anni settanta quando le coreografie erano i bidoni della spazzatura tinti di amaranto o le galline nerazzurre e un pulcino, usato ironicamente contro il fantasista del Pisa Claudio Di Prete, oppure il barattolo di miele inviato all’attaccante del Livorno Miguel Vitulano che aveva sofferto la marcatura del difensore nerazzurro Miele in quel famoso derby vinto allo stadio Picchi. La vigilia è carica di tensione alimentata anche dal ricordo dei tafferugli in Pisa-Monza di Coppa Italia dell’agosto 1991 giocata proprio a Livorno e del Ferragosto del 1994 quando una battaglia di gavettoni finì in rissa sulle spiagge di Tirrenia. L’idea della Pisorno, lanciata da Anconetani, non è mai decollata, e non è mai stata digerita da entrambe le tifoserie, e già nel 1996 è solo un lontano ricordo. Come non decollerà mai, anni dopo, l’idea di accorpare le due province assieme a Lucca e con Livorno capoluogo.
Il grande giorno. E finalmente arriva domenica 17 novembre. Il Livorno è primo in classifica assieme alla Ternana ma il Pisa è lì a soli tre punti e si morde le mani per il pareggio beffa subito all’Arena proprio dagli umbri a una settimana dal derby. I 2.500 biglietti del settore ospite finiscono esauriti, ma il numero dei pisani si avvicina ai tremila, in breve tempo. Lo stadio presenta un sold-out davvero raro per una partita di quarta serie. Oltre 15mila spettatori sia a Livorno, con tanto di diretta televisiva, che a Pisa nella gara di ritorno. Numeri da serie A. Imponente l’impiego delle forze dell’ordine. Da Pisa partono due treni speciali e i tifosi nerazzurri dopo un lungo corteo entrano nella curva sud non molto prima dell’ingresso in campo delle squadre e il primo striscione che spunta fuori è un significativo Eccoci!. Nessuno si vuol perdere il derby. Coreografie: cartoncini bianchi e amaranto nella curva nord livornese un piccolo copricurva con scritto Fino alla vittoria. Viene premiato Miguel Vitulano autore dell’ultimo gol vittoria per 1-0 contro il Pisa all’Arena Garibaldi del 22 aprile 1979 e di altri gol nel derby. Resiste anche lo stile vintage con i classici sfottò e bandiere raffiguranti la Fortezza, i quattro mori incatenati con i colori nerazzurri e una triglia armata. Senza voler essere di parte la Piazza dei Miracoli vista al ritorno ha avuto un impatto scenografico ben più incisivo. I tifosi nerazzurri a Livorno scelgono una coreografia più semplice ma che mostra grande compattezza. Torce e fumogeni con tanto di maxi sciarpata e bandiere nere e azzurre che colorano il settore ospiti in un grigio pomeriggio di novembre. Ovviamente non mancano gli striscioni ironici. Su uno di questi si ricorda che un tempo Livorno era il porto pisano.
Paolo Andreotti, futuro Re pisano. Intorno a questo contesto però c’è anche una partita da giocare. Il Pisa allenato dal massese Luciano Filippi vede in campo tanti pisani, non come nella stagione precedente, e un pisano d’adozione come Davide Lucarelli che, dopo aver giocato nel Pisa di Anconetani per cinque stagioni segnando anche uno storico gol vittoria alla Fiorentina, ha deciso di chiudere la sua carriera a Pisa. Gianluca Signorini, dopo aver firmato il ritorno tra i professionisti, si è appena ritirato ed è dirigente del club. In campo i pisani sono lo squalo nerazzurro Massimo Gargani, lo squalo livornese è l’idolo di casa Enio Bonaldi, poi ci sono Paolo Andreotti, Gerry Cavallo e nella ripresa entra Emiliano Niccolini. La gara è combattuta e il Pisa cerca di affrontare i rivali a viso aperto. Talmente troppo aperto che al 33′ prende gol in contropiede con Lupo che si fa tutto il campo e serve Bonaldi che batte in uscita Schiaffino e corre sotto la curva nord. La gioia del Livorno però non dura molto. Al 45′ il Pisa conquista una punizione dal limite: calcia Paolo Andreotti con il sinistro e Boccafogli si fa sorprendere sul primo palo e la rete si gonfia. E’ il delirio nella curva pisana. Andreotti è già ammonito e quando corre verso la curva viene bloccato dall’abbraccio dei compagni che oltre a ringraziarlo gli evitano un secondo giallo. Paolo, con il numero 10 sulle spalle, deve limitarsi a un saluto a braccia alzate e un grido liberatorio. Quel gol è il primo passo per diventare il Re dei tifosi visto che a Paolo sarà dedicato un due aste con tanto di corona da Re. Un gesto di stima che i tifosi regalano solo a chi dà tutto per questa maglia. E Andreotti, in anni peraltro non semplici giocati in categorie inferiori, è uno di questi. Nella ripresa il Livorno attacca ma il Pisa resiste e porta a casa un buon punto. finisce 1-1 e tutto sommato va bene così. Dopo la partita il corteo procede a singhiozzo e ha il profumo acre dei lacrimogeni. Tutto sommato non ci sono incidenti gravi e il ritorno in treno è comunque una festa. Solo chi è nato e vissuto in queste due città può capire l’importanza del derby e in particolare il tornare a sfidarsi dopo quasi 18 anni. Sarà anche campanilismo ma quando il tutto si mantiene nell’ambito di sfottò e coreografie partite come questa sono il sale del calcio. In qualsiasi categoria.