Cinta Muraria
Cascina

Nota: le mura di Cascina, da tempo lasciate andare in rovina ritorneranno al loro antico splendore grazie ad un progetto di ripulitura da parte del Comune che intende rimuovere piccioni e arbusti, oltre a recuperare la Torre Pizzo-Vito in via Pelosini, da tempo abbandonata.

Cascina è un antico borgo fortificato secondo il tipico impianto dei borghi franchi basso medievali. La cinta muraria edificata nel 1293 circonda e protegge ancora oggi la cittadina. Nel secolo XIV la struttura fu modificata e rafforzata. Nel 1385 vi fu un innalzamento delle mura tramite l’adozione di una continua merlatura in stile ghibellino e la ripartizione del perimetro esterno delle mura fra 12 torri, costruite in mattoni salvo le due a difesa delle porte di accesso in città che erano a pianta pentagonale e superavano di 4 metri l’altezza delle mura.Avvenne inoltre l’apertura della Piazza d’Armi nella zona sud-ovest del borgo, dove si costruì anche la rocca, in una posizione vicino a Pisa, città da cui Cascina dipendeva.
Le balestriere di laterizio, le zone dove si collocavano i soldati durante il combattimento, si intervallavano regolarmente a circa due metri da terra. Il tessuto murario testimonia le diverse fasi caratterizzate dall’uso di materiali diversi: il verrucano per la prima fascia, materiale misto per la seconda e terza fascia. L’ossatura non era a sacco ma composta a filari con paramento murario a pietre non rifinite. Concludeva le mura un cammino di ronda con aggetto interno e con merlatura quadrata piana, in mattoni. Di epoca successiva sono le feritoie a doppia strombatura usate per le bombardiere. Un largo fossato cingeva l’intero perimetro murario e due sole erano le porte di accesso collocate sull’odierno Corso Matteotti: Porta Pisana e Porta Fiorentina, entrambe demolite dopo il 1889. La cinta muraria appare oggi frammentaria a causa delle trasformazioni urbane avvenute tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, quando si provvide a demolizioni, conseguentemente all’affermarsi dell’attività mobiliera.

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