Un pisano sul tetto della Polonia con vista Champions League. Dopo il pareggio a reti bianche del Rakow a Białystok contro la Jagiellonia, il Legia Varsavia ha conquistato il titolo nella Ekstraklasa, la Serie A polacca; il distacco in classifica infatti è di 9 punti, quindi incolmabile con la squadra della capitale che occupa il primo posto a quota 59, a +9 appunto da Rakow e Pogon Szcenic e con gli scontri diretti a favore. Uno degli artefici di questo successo è stato Alessio Di Petrillo, arrivato a gennaio nel team per affiancare l’allenatore Alexandar Vukovic, che aveva richiesto espressamente un tattico italiano. Quando l’ex allenatore della primavera del Pisa è arrivato in Polonia, la sua nuova squadra era seconda a due punti dal primato, ma poi da quel momento ha incanalato una striscia di dodici risultati utili positivi che ha consentito l’allungo in vetta.
“Sono stato cercato a inizio anno, ma inizialmente ero un po’ perplesso perchè per 20 anni ho fatto il primo e non ero troppo convinto di fare il secondo per cui ho declinato l’offerta – ha detto Di Petrillo durante una puntata di TuttoPisa Live Show (Guarda Qui) – poi dopo un mese e mezzo ci siamo risentiti e sono venuto a Varsavia a vedere la situazione e da li in poi è stato tutto più semplice perchè ti scontri con una realtà paragonabile al Real Madrid in Spagna o alla Juventus in Italia. Devo dire che la scelta è stata positiva nel senso dell’esperienza. Alleno in inglese, c’è una pressione devastante perchè se pareggi è come se perdi 3-0 ed è di insegnamento, ti aiuta a capire com’è l’altissimo livello. C’è un pubblico molto caldo e spesso ci sono oltre 10mila persone ad attenderci fuori da ogni gara durante il lockdown. Una nuova cultura, un nuovo modo di ragionare ed è una esperienza che aiuta”.