Il calcio negli anni si è evoluto. Si sono moltiplicati gli schemi, gli studi, il match analyst è ormai richiesto e corteggiato quanto un attaccante, i portieri devono avere i piedi di un regista e l’attaccante il fiato di un mediano. Ma nonostante tutti questi studi, e che spesso riescono a dare frutti importanti, le partite più spigolose si vincono ancora grazie a un attaccante che segna e a un portiere che para oltre a un collettivo che si muove bene ma senza inutili orpelli. Che sa come vivere al meglio anche giornate meno brillanti sul piano tecnico come quella di ieri. Senza dimenticare che la fortuna aiuta sempre gli audaci e la cerchi con insistenza alla fine la meriti pure. E soprattutto serve un allenatore che non ha la presunzione di essere uno scienziato ma l’umiltà e la consapevolezza di saper gestire un gruppo forte, farlo crescere e indovinare le mosse giuste. In maniera concreta. Ecco questo è in sostanza il Pisa capolista che ha battuto la Reggina 2-0.
L’ennesima partenza sprint. Se Lorenzo Lucca è l’attaccante che segna, sesto gol e capocannoniere della B, e Nicolas Andrade il portiere che para, come i grandi portieri ne fa una decisiva che basta e avanza, Luca D’Angelo è invece l’uomo che dalla panchina sta plasmando il nuovo Pisa a sua immagine e somiglianza. Lavorando con una rosa superiore ma senza perdere la propria mentalità propositiva e ritrovando una fame che nella passata stagione si era vista un po’ meno che nelle prime due. La componente fortuna neppure è casuale. E il quinto gol nel primo quarto d’ora su sette partite. Anche questo non può essere un caso. Lo scatto dalla pole position spesso ti fa vincere i gran premi come quello di ieri dove il motore della squadra che non sempre ha girato a mille come in altre circostanze ma non ha smesso di essere affidabile e ha tagliato di nuovo la bandiera a scacchi prima dell’avversario. Si entra in campo dicendo la partita la facciamo noi, non a caso la squadra ha calciato 12 angoli, e portiamo più giocatori in area. Qualcosa vedrai capita a suon di spingere. E al 6′ capita che Lucca scatta sul filo del fuorigioco, il var conferma che è tutto buono, e Birindelli cerca Cohen in area ma Cionek la mette alle spalle di Micai. Il Pisa ha il merito di capire cosa deve fare. Cohen regala sprazzi di classe ma non è ancora al massimo, Nagy fa capire che due europei non li giochi perché passavi di lì per caso, e poi tocca a Nicolas. Prima occasione vera e la manona che spunta fuori a dire no all’ottimo Cortinovis. Segnatevi questo nome. E’ un classe 2001. la Reggina è squadra vera, come il Pisa, ma ha difetti di mira. Anche nel suo giocatore più forte là davanti. Ovvero Galabinov che prima sfiora il palo e poi liscia la palla. Il Pisa quando accelera però è sempre la capolista e allora Gucher diventa quasi attaccante aggiunto fino a quando Lucca se ne sta buono ad aspettare il momento giusto. L’austriaco si inserisce perfettamente su un passaggio di Marin, cresciuto in maniera esponenziale in questo avvio di stagione, e impegna Micai e poi dal suo piede parte il corner che Leverbe mette fuori di testa.
La fiera di Lucca. Gucher si fa male, entrerà Sibilli a fare il treuartista, alla fine di un primo tempo che ha detto di un Tourè me no straripante del solito e di una difesa, la migliore del campionato con appena 4 gol subiti, che qualcosa ha concesso ma ha resistito grazie anche al ritorno a sinistra di Beruatto con Hermannsson a rifiatare in panchina e Birindelli di nuovo a destra. Ma Lucca dov è? eccolo. A inizio secondo tempo su lancio di Nicolas fa qualcosa di apparentemente normale ma che a vederlo dalla tribuna ti fa sobbalzare in piedi, il controllo e poi il solito destro. Micai la mette in angolo. Ma è l’antipasto. D’Angelo sa che va chiusa e infatti la reggina spaventa ancora il Pisa con l’azione alimentata dall’ex Liotti che spesso accelera a sinistra , con Rivas che ha doti importanti di raccordo e di gioco d’attacco, ma che alla fine si conferma opaca sotto porta come quando Laribi davanti a Nicolas calcia alle stelle. E allora serve l’intelligenza in panchina. Esce Touré ed entra Piccinini, sempre più sbazio per questo ragazzo pescato in D al Lentigione, e fuori Cohen, arriverà anche il suo grande momento, e dentro Marsura che rispetto all’anno scorso ha il fuoco dentro. Però per chiuderla serve un guizzo. E allora Lucca Lorenzo da Moncalieri decide che bisogna fare sul serio. Il numero 9 nerazzurro riceve palla da Birindelli, elude vasco Regini, uno con 133 partite in serie A, e si prende il rigore. Micai non rinnova il duello perché bisticcia con troppo impeto e alla fine Birindelli finisce a terra. Rosso al portiere. Entra Turati che guarda Lucca intuisce ma la palla si infila all’incrocio. 2-0, sesto gol di destro per l’attaccante pisano che poi si prende anche la standing ovation quando più tardi esce per far postoa Masucci. Si soffre ancora perché Rivas sfiora il palo e i comandi di Nagy si inceppano. La squadra fatica a gestire la palla ma anche con l’ingresso di De Vitis il Pisa riordina tutto. Il palo lo coglie Beruatto e Marsura impegna Turati. Ma è cronaca spicciola. Il grosso per la giornata è fatto ed è tanta roba.